Perché parlare ancora di HIV e di AIDS?
Ogni anno il 1° dicembre si celebra la Giornata internazionale dell’AIDS, il cui simbolo è la Coccarda Rossa, istituita nel 1988 per decisione dei Ministri della Salute di molti paesi per sensibilizzare, informare e portare solidarietà alle persone sieropositive. L'AIDS fin dall’inizio fu caratterizzata da pregiudizi, stigmi; attribuita esclusivamente a comportamenti associati a sostanze stupefacenti per via iniettiva (eroina) e omosessualità. La malattia ebbe un grande impatto mediatico perché colpì tanti personaggi dello spettacolo fra cui Freddie Mercury, cantante dei Queen, e Rudolf Nureyev, ballerino russo, oltre a personaggi dello sport come ad esempio il tuffatore Gregory Louganis e il giocatore di basket Magic Johnson; in qualche caso per contagio sessuale, in altri a seguito di trasfusioni di sangue non così sicure come sono invece oggi. "La forza dell'HIV/AIDS risiede nell'ignoranza e nella paura delle sue vittime." lo afferma l'UNICEF che, insieme all'Organizzazione Mondiale della Salute (OMS), ritiene sia di fondamentale importanza acquisire consapevolezza e responsabilità per mettere in atto comportamenti protettivi. Per coloro che erano adolescenti o giovani adulti fra gli anni '80 e agli anni '90, la percezione della malattia era altissima. Questa malattia nuova e sconosciuta terrorizzava perché equivaleva a una condanna a morte in età giovane. Molti giovani si recavano spontaneamente a fare il test presso le strutture sanitarie consapevoli che poteva bastare un rapporto non protetto a causare l’infezione.
La percezione del rischio nel tempo, si è fortemente indebolita in tutta la popolazione, in particolare nei giovani e giovanissimi, dato che, per fortuna, la malattia si è trasformata in cronica curabile, ma non guaribile (comunque compromette pesantemente la qualità della vita e il benessere delle persone ammalate). Nei paesi poveri tuttora l’AIDS è una grande piaga perché l’accesso alle cure non è facile.
Una pubblicità progresso andata in onda in televisione nei primi anni 90 recitava: “AIDS SE LO CONOSCI LO EVITI, SE LO CONOSCI NON TI UCCIDE”. Lo spot, che veicolava un messaggio molto forte, mostrava bene quanto veloce e subdolo potesse essere il contagio.
Nelle successive campagne informative contro l’AIDS il tono della comunicazione sociale si è mutato, essendo diventata una malattia pur sempre temibile ma comunque curabile Il Ministero della Salute, consapevole di questa perdita di memoria generazionale sul tema, ha lanciato, il 1 dicembre 2017, una nuova campagna dal titolo “Con l'Hiv non si scherza! Proteggi te stesso e gli altri” per innalzare il livello di attenzione su Aids e altre malattie sessualmente trasmesse.
L’unico modo che abbiamo per evitare queste malattie infatti è fare prevenzione, essere consapevoli e responsabili. La campagna si avvale di due spot di sensibilizzazione realizzati con la collaborazione di Dario Vergassola e Giulia Michelini e di vari contributi destinati ai giovani che gireranno sui social (YouTube) e vedranno la partecipazione di famosi Youtubers italiani: Willwoosh, Daniele Doesn’t Matter e The Show.
Per la Giornata Mondiale dedicata alla lotta all’AIDS 2017, l’Azienda USL Toscana Centro ha organizzato una iniziativa, rivolta agli studenti delle Scuole secondarie di 2° grado, attraverso una mattinata di approfondimento e confronto con i Servizi e gli Esperti del settore. Dai circa 400 studenti partecipanti all’evento sono state poste una novantina di domande, scritte in forma anonima, rivolte agli operatori dei Servizi presenti. Le riportiamo in questo documento, raggruppate per argomenti, con le relative risposte.