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La Terapia Intensiva dell’Ospedale di Pescia. Nella “terza ondata” attivati cinque posti letto per i pazienti Covid-19 Venti i pazienti ricoverati. L’emergenza organizzativa e assistenziale che ha cambiato un reparto

Nella foto ildottor Cipani con équipe terapia intensiva Ospedale di Pescia, un gruppo di persone, medici, infermieri e oss in divisa, all'esterno davanti una porta. Tutti con la mascherina e in divisa.

Scritto da Daniela Ponticelli 

Dallo scorso marzo anche la Terapia Intensiva del presidio ospedaliero di Pescia ricovera i pazienti con patologia Covid-19. Dall’inizio della “terza ondata” ad oggi sono stati venti i pazienti ricoverati in rianimazione (cinque i posti letti attivati) e contemporaneamente è stato mantenuto un reparto di terapia intensiva No-Covid19 per curare le altre patologie. 

E’ stato uno sforzo organizzativo ed assistenziale non indifferente –commenta il dottor Simone Cipani, direttore della struttura- reso possibile grazie alla disponibilità di tutto il personale: medici, infermieri ed OSS;  in particolare i coordinatori della Terapia Intensiva Covid  Alba Tavolaro  e no Covid, Alessia Pieretti e Cesare Grassi e della sala operatoria, Giulio Barra che con dedizione e grande professionalità hanno riorganizzato completamente l’assistenza infermieristica in area critica. Ciò ha reso possibile l’apertura di un setting di terapia intensiva no-Covid riducendo gli spazi della sub intensiva cardiologica garantendo comunque ai malati cardiologici le cure necessarie”. 

 

I letti di terapia intensiva disponibili al S.S. Cosma e Damiano hanno rappresentato una notevole risorsa per i presidi ospedalieri aziendali anche per la disponibilità di nuove attrezzature, molte delle quali donate dalla comunità. 

“Il livello diagnostico e terapeutico – prosegue Cipani- si è, infatti, notevolmente elevato con ecografo di ultima generazione che permette un rapido e completo inquadramento del malato Covid-19, e che consente di svolgere manovre invasive in completa sicurezza; disponiamo anche di un videolaringoscopio, anch’esso di ultima generazione per la gestione avanzata delle vie aree che ci ha permesso la gestione in totale sicurezza del malato Covid soprattutto in setting non intensivi". I nuovi strumenti, sono stati entrami donati dalla Fondazione Cassa Di Risparmio di Pistoia e Pescia. 

 

Gli anestesisti hanno continuato a garantire la loro presenza anche in sala operatoria, in particolare negli interventi in emergenza e urgenza e la costante attività a supporto dei pazienti oncoematologici con l’impianto di devices per la chemioterapia oltre a quella alle partorienti: dal 1° gennaio ad oggi sono state effettuate 37 analgesie epidurali durante il travaglio. 

Fondamentale è stata la loro disponibilità e  professionalità nei trasferimenti di malati Covid con grave deterioramento clinico  che necessitavano di essere trasferiti nelle altre terapie intensive aziendali.

Quotidianamente gli anestesisti svolgono la loro attività di  consulenza nel pronto soccorso e nei setting di medicina in particolare per i pazienti affetti da Covid-19 che necessitano di supporto ventilatorio non invasivo.