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Stroke Unit: un premio per uno studio sulla fibrillazione atriale nella prevenzione dell’ictus

Scritto da Elena Cinelli

Empoli – Uno studio sulla fibrillazione atriale in pazienti affetti da ictus cerebrale vanta di un riconoscimento consegnato alla Stroke Unit di Empoli durante l’ultimo Congresso Nazionale FADOI (Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti), svolto in questi giorni a Firenze.

La ricerca dal titolo “Post-stroke detection of subclinical paroxysmal atrial fibrillation in patiens with embolic stroke of undeterminated source: a real world experience and proposal of a new predictive score” è stata presentata dalla dottoressa Irene Micheletti, medico internista dell’Ospedale San Giuseppe ed è frutto di una collaborazione tra professionisti sanitari della Stroke Unit empolese, tra cui il dottor Luca Masotti, direttore Medicina Interna II, dottor Leonello Guidi, direttore Neurologia Empoli, dottor Attilio Del Rosso, direttore Cardiologia Empoli.

L’oggetto dello studio, infatti, è stato quello di individuare in pazienti affetti da ictus cerebrale ischemico la presenza di fibrillazione atriale occulta (cioè non oggettivabile con gli strumenti routinari) mediante la monitorizzazione di due settimane del ritmo cardiaco una volta dimessi dall’Ospedale. Questo è di fondamentale importanza per due motivi: 1) la fibrillazione atriale oggi è la principale causa di ictus cerebrale; 2) il trattamento della fibrillazione atriale oggi si avvale di farmaci anticoagulanti orali efficaci e sicuri che riducono al minimo il rischio di recidiva di ictus. Trovare una fibrillazione atriale vuol dire quindi personalizzare al meglio la prevenzione secondaria nei pazienti con ictus cerebrale associato a questa temibile condizione, spesso silente.

E’ stata inoltre elaborata una scala di valutazione del rischio con lo scopo di poter selezionare i pazienti che hanno una maggiore probabilità di avere una fibrillazione atriale occulta e quindi una diagnosi più tempestiva.

Nel paziente con ictus cerebrale il fattore tempo è decisivo ed il sistema di assistenza deve essere integrato con percorsi diagnostico terapeutici multidisciplinari che prevedono il ricovero ospedaliero con valutazioni specialistiche e la gestione delle possibili complicanze.

 

“La stretta collaborazione tra la Medicina Interna e la Neurologia garantisce una presa in carico del paziente con un approccio pluri specialistico. E’ questo il modello adottato dal San Giuseppe per la gestione delle principali cause dell’ictus. Ogni giorno Medici Internisti, Neurologi, Infermieri, Fiosoterapisti, Logopedisti ed Operatori Socio Sanitari lavorano per rendere funzionale ed efficiente l’intero percorso di assistenza- sottolinea il dottor Leonello Guidi.”

“Siamo soddisfatti di questo riconoscimento ricevuto, segno che stiamo andando nella giusta direzione per raggiungere migliori risultati nella prevenzione e la gestione dell’ictus e ridurre così gli esiti disabilitanti di questa malattia- afferma il dottor Luca Masotti.”