Scritto da Elena Cinelli

Con il mese di marzo sono in arrivo le prime allergie respiratorie da polline che colpiscono anche i bambini, oltre che gli adulti. A Empoli è attivo da molti anni il Centro di Allergologia e Fisiopatologia Respiratoria Pediatrica,

diretto dal dottor Roberto Bernardini, in cui vengono effettuati esami e test per individuare la sintomatologia nei piccoli pazienti e definire una terapia mirata anche nell’ambito di qualsiasi tipo di allergia non respiratoria (alimentare, da farmaci, ecc.).

Nella foto il dott Bernardini e i medici centro allergologiaL’evoluzione del Centro sta nell’utilizzo della diagnostica molecolare, già applicata negli ultimi anni, che permette di individuare quale molecola presente in un determinato polline può provocare una problematica respiratoria nel bambino.

In questa fase dell’anno (da gennaio a marzo) i pollini che circolano nell’aria sono di quattro tipi: frassino (appartenete alla famiglia delle Oleaceae), nocciolo (appartenete alla famiglia delle Corylaceae), cipresso (appartenete alla famiglia delle Cupressaceae), ontano (appartenete alla famiglia delle Betulaceae). I bambini con allergia respiratoria a tali pollini presentano i classici sintomi oculari ad esempio occhi rossi, prurito oculare, nasali ad esempio naso che cola, starnuti, prurito nasale, naso chiuso, oppure bronchiali come tosse secca, sibili. Il polline si può considerare un grande contenitore che contiene centinaia di molecole. Alcune di queste molecole sono presenti solo in quel determinato polline (ad esempio di cipresso) e quindi sono specifiche per quel polline e responsabili dei sintomi nasali e/o oculari e/o bronchiali, oppure in quasi tutti se non tutti i pollini (come ad esempio le molecole appartenenti alle famiglie delle profiline, polcalcine e PR-10).

Quando vengono eseguiti i test cutanei (ad esempio i prick test per i pollini) si utilizzano estratti del commercio che contengono tutte le molecole; pertanto è possibile avere un risultato positivo per un polline e tale positività può essere dovuta sia alla molecola specifica per quel polline sia alle molecole a comune con tutti i pollini. In questo modo non è possibile identificare il polline responsabile dei sintomi.

La diagnostica molecolare invece consente di ricercare molecole specifiche, identificare la molecola specifica di quel polline e quindi poter prescrivere la terapia eziologica mirata (immunoterapia specifica) invece della sola terapia sintomatica, cioè contro in sintomi oculari e/o nasali e/o bronchiali (ad esempio somministrando antistaminico, cortisone, broncodilatatore). Inoltre è possibile ricercare le molecole a comune con tutti o quasi tutti i pollini (profiline, polcalcine, PR-10) e quindi dimostrare che la positività del prick test a tali pollini era dovuta solo a queste molecole a comune.

“La diagnostica molecolare in pediatria è un passo in avanti per consentire anche di formulare una terapia personalizzata per il bambino. Non solo, questo permette anche di prevenire lo sviluppo di asma grave nei soggetti allergici alla polcalcine, fattore di rischio- spiega il dottor Bernardini- A prescindere dai pollini ci sono pazienti che possono presentare reazioni allergiche ad alcuni alimenti (ad esempio frutta e verdura) che contengono profiline (presenti in pollini e alimenti vegetali) che non determinano sintomi gravi in quanto sono molecole termolabili e gastrolabili pertanto non è necessario eliminare questi alimenti dalla dieta temendo la comparsa di reazioni gravi. Infine la diagnostica molecolare aiuta ad individuare altre molecole presenti in alcuni alimenti le quali possono essere fattore di rischio di reazioni gravi (anafilassi) in pazienti che possono all’inizio presentare sintomi lievi dopo assunzione di tali alimenti, ma che in seguito, se presenti tali molecole (ad esempio le molecole appartenenti alla famiglia delle LTP e delle SSP), possono presentare anche sintomi gravi.”

Il dottor Bernardini, direttore della Pediatria del San Giuseppe di Empoli, è attualmente responsabile della Commissione sulla Diagnostica Allergologica della SIAIP (Società italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica) volta a puntualizzare il corretto iter da seguire per diagnosticare una allergia nel bambino. E questo è un aspetto fondamentale in quanto spesso si etichetta allergico un bambino che non lo è con costi elevati per il bambino stesso, la famiglia e la società. Svolge inoltre attività di formazione e consulenza sull’allergologia pediatrica presso i presidi ospedalieri aziendali in cui è presente il servizio, oltre che nei presidi ospedalieri dell’Azienda sanitaria Sud Est con cui è in essere una convenzione interaziendale.