Scritto da Paola Baroni
Già attivo dal alcuni mesi in via sperimentale nei presidi distrettuali di Rufina, Pontassieve Pelago, Impruneta, Greve, San Casciano e Tavarnelle Barberino, da qualche giorno il servizio dell’infermiere di famiglia e comunità
è partito anche nei comuni di Figline Incisa Valdarno, Rignano, Reggello e Bagno a Ripoli, portando a compimento il progetto su tutta la zona fiorentina sud est.
L'implementazione di questo modello assistenziale che si realizza in stretta sinergia con i medici di famiglia, è stata perseguita dal dipartimento Infermieristico della Asl diretto da Paolo Zoppi.
Sono in totale 53 gli infermieri attivati tanti quante sono le area geografiche nelle quali è stato suddiviso il territorio della zona fiorentina sud est così da definire altrettante “cellule” all'interno delle quali lavora un infermiere di famiglia e comunità. Le cellule sono state individuate tenendo conto oltre all'estensione geografica della zona anche del numero deli utenti assistiti e degli accessi previsti a domicilio. Il rapporto medio è quello di un infermiere di famiglia ogni 3500-4000 cittadini. Quello dell’infermiere di famiglia e comunità infatti è un modello assistenziale che prevede la presa in carico della singola famiglia e dell’intera comunità che insiste in un’area territoriale.
“Un passo in avanti importantissimo nella strutturazione della risposta socio-sanitaria a livello territoriale, per un servizio sempre più a misura di cittadino – commenta il presidente della SdS Fiorentina Sud Est e sindaco di Bagno a Ripoli, Francesco Casini - Le nuove professionalità si andranno ad aggiungere alla medicina generale e alla pediatria per prestazioni assistenziali ancora più efficienti e vicine al domicilio dei nostri concittadini e delle famiglie”.
Il servizio infermieristico territoriale sarà garantito tutti i giorni dalle 7 alle 19, dal lunedì alla domenica, compreso i festivi. Durante i festivi sarà possibile anche per il medico di continuità assistenziale (ex guardia medica) contattare l'infermiere di famiglia presente in servizio per bisogni infermieristici. Ogni infermiere avrà poi un numero di cellulare al quale le famiglie potranno far riferimento per le varie necessità di cura e di assistenza durante la giornata. Un modo anche per evitare accessi impropri al pronto soccorso grazie alla possibilità di trovare subito una figura di riferimento alla quale rivolgersi per soluzioni alle necessità assistenziali così da dare sollievo a tutta la famiglia.
L'infermiere di famiglia garantisce una presa in carico personalizzata assicurando la continuità assistenziale e una risposta pro-attiva e di prossimità, al domicilio e nel territorio dove il bisogno assistenziale si presenta. Lavora in collaborazione con il medico di medicina generale e gli altri professionisti del percorso assistenziale in modo da fornire le risposte più appropriate ai bisogni di salute, assicurare la gestione delle malattie croniche e delle disabilità e i processi di cura e assistenza dopo le dimissioni dall’ospedale.
Ha anche il compito di facilitare ed orientare il cittadino e la famiglia verso gli accessi più appropriati ai servizi ed ai percorsi di salute e costituisce un punto di riferimento che si aggiunge a quello fondamentale rappresentato dal medico di medicina generale.
Anche durante il periodo della pandemia questa figura professionale non si è mai fermata e ha assicurato risposte a tutti gli assistiti, senza interruzione, garantendo accessi giornalieri che hanno evitato in molti casi l’ospedalizzazione.