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Santa Maria Nuova, il reparto di Chirurgia Generale metabolica e bariatrica come Centro di riferimento regionale per la Chirurgia tiroidea. Importante riconoscimento dall’organo nazionale di Chirurgia Endocrina

Firenze - L'elevato numero di interventi chirurgici, il rispetto di elevati standard di qualità e l'utilizzo di nuove tecnologie, abbinati ad un impegno costante nella ricerca. Sulla base di questi criteri il reparto di Chirurgia Generale metabolica e bariatrica presso l'ospedale Santa Maria Nuova, diretto da Enrico Facchiano, ha ricevuto dalla Società italiana di Endocrinochirurgia, il riconoscimento di Centro di riferimento per la Chirurgia Tiroidea.

Un traguardo importante, reso possibile grazie al lavoro di Andrea Borrelli, referente del reparto per l’attività di Chirurgia Endocrina e dei suoi collaboratori, i medici Simona Spini e Riccardo Fratarcangeli, in stretta sinergia con il gruppo della Chirurgia Generale dell’ospedale San Giovanni di Dio e in coordinamento con gli altri Centri di Chirurgia Tiroidea aziendali (a Pescia, Empoli e Prato).

Fondamentali la lungimiranza e il supporto continuo di Stefano Michelagnoli, Direttore del Dipartimento Chirurgico dell'Azienda.

L'impegno nella Chirurgia Tiroidea presso l'Ospedale Santa Maria Nuova risale al 2016, evidenziando negli anni un consistente aumento dell'attività chirurgica, ambulatoriale, assistenziale e scientifica.

Il riconoscimento da parte dell'organo nazionale di Chirurgia Endocrina è stato conferito sulla base dei volumi e dei risultati ottenuti dal reparto di Chirurgia Generale metabolica e bariatrica: più di 150 interventi sulla ghiandola tiroide e paratiroidi nel 2024tasso di complicanze in linea con gli standard nazionali e internazionaliadozione e sperimentazione di moderne tecnologie.

E’ un riconoscimento importante – dichiara il dottor Borrelli, referente per la parte endocrina del reparto di Chirurgia Generale metabolica e bariatrica – perché era necessario avere requisiti come un certo numero di casi trattati, un certo numero di complicanze, l’adozione di determinate tecnologie e, insieme a tutto ciò, c’è stata anche una importante attività di ricerca scientifica. Ora ci prefiggiamo di crescere nelle collaborazioni con gli altri ospedali aziendali”.