Scritto da Daniela Ponticelli
“L’istituzione di una sola Azienda Sanitaria ha significato soprattutto estendere le esperienze positive di un ospedale anche agli altri e il modello ad alta intensità
assistenziale di area medica, sperimentato negli anni all’ospedale di Pescia, è uno degli esempi più appropriato”, lo ha affermato la dottoressa Grazia Panigada, direttore dell’area medica aziendale e della unità di medicina complessa del S.S. Cosma alla IV Conferenza del Dipartimento delle Specialistiche Mediche che si è svolta nei giorni scorsi a Prato. All’ospedale di Pescia, diretto dalla dottoressa Sara Melani, infatti, da anni, è in atto la sperimentazione del modello di reparto ad alta intensità di cura in un setting di area medica Un reparto che accoglie direttamente dal pronto soccorso, ma anche dagli altri reparti ospedalieri, i pazienti con problematiche mediche che presentano elevata complessità ed alta instabilità e quindi la richiesta di costante monitoraggio clinico. Il reparto non è una terapia intensiva, né una sub intensiva che sono dedicati invece a pazienti ancora più instabili.
I pazienti ricoverati in alta intensità sono affetti da ictus cerebrale, sepsi, insufficienza respiratoria, scompenso cardiaco, ma anche pancreatite acuta e insufficienza renale ed altre patologie che necessitano di una più stretta vigilanza. Sono assegnati principalmente alla Medicina Interna, ma possono essere seguiti anche dalle altre specialistiche quali la Neurologia, la Pneumologia, la Gastroenterologia, la Nefrologia, la Cardiologia secondo la patologia prevalente e le diverse realtà locali ed è comunque sempre possibile una cogestione multi specialistica.
Fondamentale è il ruolo del team infermieristico altamente specializzato che consente una monitorizzazione 24 ore su 24 dei malati, attivando nei casi dovuti il medico che ha in carico il paziente.
“Al S.S. Cosma e Damiano ormai da tempo questa tipologia di pazienti, accuratamente selezionata, è tutta riunita nel setting di cura ad alta intensità clinica, con posti letto dedicati in area medica a gestione principalmente internistica, ma quando necessario anche dalle altre specialistiche con un unica équipe infermieristica adeguatamente formata”,- ha spiegato la dottoressa Panigada.
“Al Santo Stefano di Prato – ha aggiunto il direttore del dipartimento delle specialistiche mediche, dottor Giancarlo Landini - il ‘modello Pescia’ è stato ulteriormente sviluppato: supporti tecnologici ed informatici, in grado di rilevare anche minimi cambiamenti del paziente, avvisano a distanza gli infermieri, ed in particolare quando lo stato clinico del paziente si aggrava. E’ in assoluto il primo Ospedale in Toscana ad aver attivato questo tipo di assistenza: via, via il progetto supportato dalla tecnologia ora sarà esteso a tutti i nostri presidi ospedalieri, compreso quello di Pescia, che sarà implementato dal sistema informatico”.
I letti del SS Cosma e Damiano di area medica riservati al setting di cura ad alta intensità sono 10 su un totale di 84 dedicati all’area medica. L’équipe medica e infermieristica sono continuamente aggiornate sulle modalità di gestione delle più rilevanti patologie e sono attive strumentazioni per il monitoraggio multiparametrico, la ventilazione non invasiva , l’ecografia al letto del paziente.