Scritto da Paola Baroni
Non si è mai interrotta all’ospedale San Giovanni di Dio l’attività chirurgica d’elezione per le patologie tumorali non differibili. Con l’emergenza, l’ospedale ha dovuto adottare misure di carattere urgente per rimodulare il proprio assetto organizzativo e coniugare la gestione dell’emergenza da Coronavirus con la necessità di non danneggiare le attività legate alle urgenze o alla chirurgia neoplastica che sono potute proseguire grazie alla collaborazione di tutto il personale. Pur registrando la chirurgia programmata nel periodo dell’emergenza sanitaria una considerevole
contrazione, il grande impegno organizzativo e umano ha consentito all’ospedale di rispondere all’emergenza senza lasciare indietro nessuno, né i pazienti contagiati con Covid 19 né i pazienti più fragili come quelli oncologici.
L'organizzazione in rete dell’attività chirurgica all'interno della Ausl Toscana centro ha permesso che nelle sale operatorie del San Giovanni di Dio siano stati svolti interventi chirurgici da equipe provenienti anche da altri ospedali dell’Azienda per trattare i loro pazienti oncologici. La riorganizzazione chirurgica della Azienda Toscana Centro per l’emergenza Covid prevede anche accordi che consentono ai professionisti di trattare in strutture private pazienti neoplastici che non trovano oggi collocazione nei vari ospedali dell'azienda; tutto questo finalizzato a non interrompere il trattamento dei pazienti oncologici durante l’emergenza.
“La collaborazione del personale è stata fondamentale – dichiara Alessandro Anastasi, direttore della chirurgia generale San Giovanni di Dio – Il personale sanitario, sia medico che infermieristico dei vari reparti e del comparto operatorio, si è reso disponibile ad essere utilizzato nei reparti Covid. Importante al fine di raggiungere lo scopo è stata la preziosa collaborazione che ha visto partecipi tutte le figure professionali dell'ospedale in un fantastico lavoro di squadra, che è stata la grande risorsa di questo ospedale, coinvolgendo in un unico obiettivo tutti gli attori.”
La riorganizzazione degli spazi ha riguardato la Week Surgery dove sono stati ricavati 16 posti letto totalmente dedicati a Covid 19 e dove le due sale operatorie attigue sono state trasformate in 4 posti di terapia intensiva Covid.
Una parte delle sale operatorie del padiglione Vespucci è stato trasformato in reparto terapia intensiva Covid ed all'interno vi è stata ricavata una sala per operare i pazienti Covid positivi.
Gli spazi usuali dell’ospedale adibiti a terapia intensiva, sono stati trasformati in terapia intensiva Covid mentre per la terapia intensiva No Covid sono stati ridestinati gli spazi della terapia intensiva cardiologica.
Anche l’attività chirurgica d’urgenza è rimasta attiva con l’adozione di tutte le precauzioni necessarie. Se si presenta un’urgenza chirurgica indifferibile il paziente viene operato nella sala Covid mentre i pazienti che possono attendere qualche ora, vengono trattenuti in Pronto Soccorso in attesa della risposta del tampone che viene loro eseguito all'ingresso in DEA, per poi intraprendere il percorso idoneo.