Scritto da Daniela Ponticelli
"Nello spazio non ci sono né odori né suoni ma solo silenzio, profondo silenzio. Pianeti, stelle e galassie fluttuano da miliardi di anni in questo mare fatto di calma e ordine apparente.
Non fu così in origine, tutta l’energia e la materia erano compresse in un piccolo punto. Poi, in un tempo indefinito, Bang! Un’immane esplosione illuminò il cielo, ed eccoci qua.
Come astronauti oggi ci aggiriamo tra i letti dei nostri malati, naufraghi in un mare tempestoso e caotico. Protetti solo da ingombranti guanti, maschere e tute ermetiche, isolati dal mondo esterno, incapaci di
percepire odori, suoni e gesti.
Tutto in un ambiente innaturale ed ostile. I nostri compagni oggi sono il timore e l’insicurezza, che, come buchi neri, ingurgitano i nostri sforzi e fatiche, mentre le nostre speranze sono le stelle, oggi lontane. Stelle, sinonimo di vita e creazione, fucine di luce, immensa luce, che illumina da sempre il nostro cammino.
In questo sterminato e sterile Universo come ci sentiamo? Come si sentono i nostri malati soffocati da fastidiosi e rumorosi caschi che assomigliano a scafandri da palombaro? anche loro sono forse immersi nelle buie e fredde profondità dell’oceano?
Domandiamoci perciò cos’è se non la solitudine oggi ad affliggere tutti noi. Solitudine come profonda carenza di affetto ed amore, sensazione di privazione, incapacità comunicativa e profondo senso di non libertà.
Ritroviamo la strada, scorgiamo quella luce lontana e sentiamola sempre più vicina".