126 le donne che nel 2019 si sono rivolte ai Centri Antiviolenza. 135 i bambini/e maltrattati. Sempre attiva la rete del Codice Rosa
Scritto da Daniela Ponticelli
Sono stati 10 i femminicidi nella provincia di Pistoia negli ultimi 14 anni (117 in tutta la Toscana). E' quanto emerge dal XII Rapporto sulla Violenza di Genere presentato in questi giorni dalla Regione Toscana.
265, invece, le donne che lo scorso anno si sono rivolte ai Cav -Centri AntiViolenza (uno a Pistoia e l'altro a Montecatini Terme) per chiedere aiuto: per il 72% italiane, in quasi il 60% dei casi di età compresa tra i 30 e i 49 anni, nel 45% dei casi con la licenza media superiore. Si registra un aumento delle donne più giovani, anche di quelle con meno di 18 anni, che sono soprattutto italiane, e dichiarano più spesso di aver subito una violenza sessuale. La maggior parte delle donne si è rivolta direttamente al CAV senza l’intermediazione dei servizi. C’è una maggiore propensione all’accesso diretto tra le italiane, al crescere dell’età, del titolo di studio, della stabilità economica e tra le donne separate/divorziate, quindi non in condizioni di convivenza.
Nel 2018 le donne che si erano rivolte al Cav erano state 227 e 158 nel 2017.
La violenza psicologica si conferma anche nel 2019 la più diffusa : "agita in maniera prevalente all’interno delle relazioni intimo/affettive", si legge nel Rapporto.
Sempre nel 2019 le donne che sono state assistite nei Consultori della provincia per casi di abuso e maltrattamenti sono state 10: 5 sono state prese in carico e per abusi sessuali.
A livello provinciale i bambini/e e i ragazzi/e maltrattati sono stati 135 e 62 per violenza assistita.
Per quanto riguarda le denunce: il 26% delle donne ha sporto denuncia; 1,4% l'ha ritirata e ben il 68,7% non ha spiro denuncia.
Sono invece 126 nella zona pistoiese e 121 nella zona Valdinievole le donne che nel 2019 hanno potuto usufruire delle 12 Case Rifugio del territorio, le strutture dedicate ad indirizzo segreto nelle quali la donna, sola o con i/le propri/e figli/e, con il sostegno di operatrici formate sulle tematiche della violenza di genere, non solo viene messa in sicurezza, ma inizia un percorso di uscita dalla violenza.
Dai dati complessivi a livello regionale degli accessi alla Rete Codice Rosa emerge che «tra gli adulti, prevalentemente donne, i maltrattamenti coprono la stragrande maggioranza della casistica (93,7%), mentre gli abusi sessuali rappresentano il 4,4% del totale» e «l’84,5% delle violenze subite dai minorenni e registrate in Codice Rosa dai punti di accesso sanitari della Toscana riguarda i maltrattamenti, mentre la quota restante (15,5%) è rappresentata dagli abusi».
Nel corso dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, la rete Codice Rosa ha assunto nuove modalità organizzative al fine di garantire la continuità della rete Regionale Codice Rosa per la presa in carico e l'accoglienza delle vittime in un momento in cui il fenomeno della violenza, anche a causa della convivenza forzata, può registrare un inasprimento. È stata pertanto rafforzata l’attività di coordinamento dell’ambito sanitario e sociale.
"In particolare - sottolinea la dottoressa Valeria Dubini, direttore area assistenza territoriale di continuità e direttore aziendale Consultori e responsabile del Codice Rosa al fine di garantire la continuità della rete Regionale Codice Rosa per la presa in carico e l'accoglienza delle vittime in un momento in cui il fenomeno della violenza, anche a causa della convivenza forzata, può registrare un inasprimento. È stata pertanto rafforzata l’attività di coordinamento dell’ambito sanitario e sociale. - valorizzando la possibilità di accesso nei Consultori che non hanno mai sospeso i loro servizi e che hanno fornito numeri di telefono e indirizzi di posta elettronica per facilitare l'accesso; gli indirizzi si trovano sui siti dell'Azienda e sono comunque facilmente contattabili".
Sono comunque sempre attivi il numero di telefono dedicato, il 1522 (con lo stesso numero si può scaricare anche la APP per dialogare direttamente con le operatrici) che risponde 24 ore su 24, compresi quelli delle Forze dell'Ordine (112 e 113) e anche il 118.
Il numero 114 è invece disponibile per la violenza su bambini e adolescenti ed è contattabile anche via chat, SMS e WhatApp (hitp://114.it/).
Per le richieste di aiuto le vittime possono rivolgersi ai Consultori, diffusi capillarmente su tutto il territorio dell'Azienda e quindi facilmente raggiungibili. E' prevista la possibilità, in deroga alle prescrizioni previste dalla misure restrittive per contenere la diffusione del Covid-19, di "uscire di casa "per stato di necessità e motivi di salute".
Anche i pronto soccorsi, continuano ad assolvere alle loro funzioni pur essendo stati riorganizzati in funzione dell'emergenza Covid-19 e garantiscono la presa in carico delle vittime di violenza; al loro interno sono stati organizzati percorsi separati anche per il codice rosa e la persona sarà prima visitata in pre-triage (strutture allestite all'esterno delle medicine d'urgenza) per escludere il sospetto di infezione Covid-19 e poi accompagnata negli spazi riservati per l'attivazione dell'idoneo percorso territoriale e allo stesso modo in caso di infezione la persona seguirà i percossi Covid-19 previsti e riceverà anche l'assistenza sanitaria sempre sulla base delle indicazioni del codice rosa.