Il Sindaco: “ grazie per essere qui vicini a chi soffre. Il vostro un messaggio di speranza per tutti”
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Scritto da Daniela Ponticelli
“Vi ringrazio a nome di tutti gli operatori per aver voluto festeggiare simbolicamente il vostro anniversario nel nostro presidio,
un gesto che ha una forte valenza di integrazione della vostra comunità con il nostro territorio e, quindi, la vostra generosità e vicinanza al nostro ospedale è un segnale di grande riconoscenza che abbiamo molto apprezzato e che vi fa onore”. Con queste parole la dottoressa Lucilla Di Renzo, direttore del presidio ospedaliero San Jacopo di Pistoia, stamattina ha accolto, insieme alla direzione infermieristica con i dottori Monica Chiti e Paolo Cellini, l’Associazione rumena Evrika che, in occasione della Festa Nazionale della Romania ha devoluto la somma che sarebbe stata impiegata per gli eventi e le iniziative della giornata commemorativa per offrire ai dipendenti dell'ospedale San Jacopo la colazione e il caffè pomeridiano.
“Quest’anno non ci sono balli e canti per la vostra festa ma vi ringrazio per la vostra presenza, proprio qui, vicino a chi soffre per dare un messaggio di speranza a tutti noi”, ha aggiunto il Sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi che è intervenuto all’iniziativa.
L’Associazione Evrika è molto attiva sul territorio pistoiese: non fa mancare neanche il proprio contributo alle donazioni di sangue. “ Sono tra i donatori più attivi, in particolare le donne che vengono ogni giovedì e domenica, perché libere dal lavoro, a donare nei nostri Centri e ci coinvolgono sempre nelle loro iniziative”, ha fatto sapere Igli Zannerini Presidente di Avis anche lui stamattina presente per ringraziare l’Associazione.
“Il nostro –ha detto Daniela Stoica, dell’Associazione Evrika e in rappresentanza di tutta la Comunità rumena- è un atto di riconoscenza all’ospedale, a tutti gli operatori sanitari e non sanitari, che dallo scorso febbraio sono impegnati in una gravissima emergenza con determinazione e grande professionalità e offrire a tutti loro, per un solo giorno, almeno un caffè e un cappuccino ci è sembrato doveroso”