Proposta lanciata da Ausl, subito accolta dall’Azienda universitaria. Il servizio è partito ieri dal Presidio Donatello. “Un modello per il futuro”
Scritto da Paola Baroni
Crescono e si rafforzano nel numero e nella qualità dell’intervento i gruppi GIROT (Gruppi di Intervento Rapido Ospedale Territorio) dell’Azienda sanitaria gestiti da specialisti ospedalieri, in particolare geriatri ma anche medici internisti e da personale infermieristico. Da ieri i Gruppi d’intervento con sede nel presidio sanitario di Villa Donatello, sono supportati da medici specialisti - in una prima fase geriatri e internisti ma successivamente da altre specialità - dell’Azienda ospedaliero universitaria Careggi che integreranno le proprie competenze professionali all’interno del Girot.
La proposta di integrazione fra le due aziende sanitarie è partita dalla Ausl Toscana centro, con una lettera che il direttore Paolo Morello Marchese ha indirizzato al direttore generale di Careggi, Rocco Damone. Obiettivo l’attivazione di un percorso di integrazione e sperimentazione tra le due aziende sanitarie che nell’organizzazione - ha sottolineato nella sua lettera il direttore Ausl, Morello Marchese - porterà reciproci vantaggi. Fra questi il contenimento dell’afflusso dei pazienti verso i Pronto Soccorso dei DEA dell’Area Vasta, riducendo conseguentemente il carico di ricovero per le degenze di discipline mediche. Alla proposta ha fatto seguito la pronta adesione e partecipazione al progetto da parte dell’Azienda universitaria ospedaliera di Firenze. I Girot hanno una specifica zona geografica di pertinenza nella quale sono attivati 6 giorni su 7 dall’infermiere territoriale e dal medico di medicina generale. La gestione è geriatrica ma forte è anche la collaborazione con la medicina interna e con le Cure Intermedie.
“Siamo in grado di portare l’Ospedale fisicamente nel territorio con gli specialisti delle strutture ospedaliere ad alta complessità direttamente al letto dei pazienti - è il commento del professor Andrea Ungar, geriatra e coordinatore del progetto Girot per l’AOUC - dando finalmente inizio ad una concreta continuità ospedale-territorio”.
“Un progetto che dimostra le capacità di coordinamento del Sistema sanitario toscano - aggiunge Carlo Nozzoli, direttore del dipartimento DEA di Careggi - con una nuova forma di interazione professionale al servizio dei pazienti per intensificare l’efficacia e qualità delle cure. Un modello nato in epoca pandemica ma con notevoli prospettive di sviluppo futuro”.
“L’integrazione fra gli specialisti della Azienda ospedaliera universitaria di Careggi con quelli della Ausl dà inizio a una collaborazione mai sperimentata in passato – ha dichiarato Giancarlo Landini, direttore del Dipartimento delle Specialistiche Mediche della Ausl Toscana centro – E’ il primo passo per la creazione di una rete integrata di competenze che si proiettano dagli ospedali sul territorio in modo da elevare il livello di intensità di cure e che ci permetterà di trattare a livello extra ospedaliero malati che prima dovevano necessariamente essere ricoverati. Intanto tutto comincia con la presenza di Careggi anche nella gestione dei pazienti positivi al Covid nelle RSA che finora è stato comunque un clamoroso successo. Stiamo seguendo a Firenze più di 900 pazienti in 27 RSA con tasso di ricovero solo del 3% e una mortalità del 14%. Il contributo di Careggi sarà essenziale per proseguire in maniera efficiente nel tempo questa attività”.
In questa fase il rafforzamento del Gruppo d’intervento rapido è funzionale soprattutto alle valutazioni logistiche e organizzative all’interno di Rsa in cui sono emersi casi di positività. La sua istituzione recepisce la volontà dell’Azienda sanitaria di potenziare e dar luogo a nuovi modelli organizzativi sperimentali per la fase 2 dell’emergenza. Con il supporto e la condivisione con Careggi, ora il Gruppo sperimenterà un modello che in futuro potrà agire su tutto il territorio anche a livello domiciliare. Guida il percorso di integrazione fra le due aziende sanitarie, l’esigenza di rafforzare le sinergie nei percorsi di continuità fra ospedale e territorio e fra territorio e ospedale con una importante presenza della medicina specialistica così da poter gestire i bisogni di salute della popolazione anziana non in regime di ricovero ma a livello territoriale.