Parla il dottor Marco Comeglio, direttore Cardiologia area pistoiese, che fa un appello: "le persone con sintomi si rivolgano tempestivamente ai servizi di emergenza"
Scritto da Daniela Ponticelli
"L’esplosione della pandemia di Covid-19 ha profondamente modificato le modalità assistenziali all’interno delle strutture ospedaliere, che hanno dovuto predisporre con estrema rapidità, una sostanziale ridistribuzione sia degli spazi che delle risorse umane e strumentali. Gli elementi fondamentali del processo riorganizzativo sono stati: la rigorosa distinzione dei percorsi, la destinazione di interi setting di degenza ad aree Covid-19 e una assai complessa moltiplicazione dei posti letto di Terapia Intensiva", è questa, in sintesi, il bilancio di un anno di pandemia del dottor Marco Comeglio, direttore della struttura complessa di Cardiologia dell'area pistoiese .
Il medico sottolinea che "rispetto ad altre realtà, i criteri di modernità con cui è stato progettato l’Ospedale San Jacopo hanno facilitato l’adattamento a una realtà epidemiologica mutata in modo radicale e improvviso, ma è indubbio che molte strutture, basti pensare al Pronto Soccorso e alla Terapia Intensiva, ma anche al percorso di diagnosi e cura delle patologie cosiddette non differibili, siano stati messi nel complesso a dura prova". A tal scopo è stata istituita una “task force” di professionisti coordinata dal dottor Giancarlo Landini (Direttore del Dipartimento Specialistiche Mediche), che si è adoperata per elaborare un piano di rimodulazione organizzativa e strutturale, tale da rendere l’Ospedale San Jacopo, diretto dalla dottoressa Lucilla Di Renzo, adeguato ad affrontare future situazioni di grande emergenza garantendo allo stesso tempo la piena operatività di tutte le strutture che erogano servizi essenziali. Tale piano, potrà trovare concreta applicazione non appena l’attuale situazione emergenziale, ancora in pieno corso, lo permetterà.
Per quanto attiene le malattie cardiovascolari, al San Jacopo, così come al S.S. Cosma e Damiano di Pescia, l’attività ambulatoriale cardiologica, opportunamente rimodulata per garantire la sicurezza, è stata sempre mantenuta, garantendo la presa in carico dei pazienti per i quali è necessaria una consulenza cardiologica in tempi brevi.
"Tengo a sottolineare - prosegue Comeglio- come l’impegno e il sacrificio senza precedenti di tutto il personale, unitamente alla presenza di una collaudata rete aziendale per le emergenze cardiologiche, abbia permesso di assicurare lo standard ottimale di assistenza per le patologie “tempo dipendenti”, come l’infarto miocardico acuto".
Dalla diagnosi effettuata sul territorio da parte del 118 con il conforto della telemedicina, fino all’esecuzione delle procedure di angioplastica coronarica, il servizio è stato, infatti, mantenuto 24 ore su 24, sette giorni su sette. La stretta collaborazione tra le cardiologie dell' Azienda USL Toscana centro e il 118, ha inoltre permesso di colmare eventuali difficoltà dell’una o dell’altra struttura in termini di disponibilità di posti letto.
Aggiunge il cardiologo "un effetto meno prevedibile della pandemia, sul quale è però necessario soffermarsi, riguarda la minor propensione delle persone al ricorso a servizi sanitari prioritari quali il pronto soccorso e il 118, un fenomeno che ha riguardato tutti gli ospedali a livello nazionale".
Uno studio condotto dalla Società italiana di Cardiologia durante la prima ondata, ha dimostrato un dimezzamento dei ricoveri per infarto miocardico acuto rispetto allo stesso periodo del 2019. Parallelamente, in varie realtà è stato osservato un aumento della mortalità cardiovascolare extra-ospedaliera. Tali elementi corroborano il sospetto di un minor ricorso ai servizi, con conseguente ritardo nella diagnosi e nella cura di patologie per le quali la tempestività è un elemento fondamentale.
"La raccomandazione - conclude il direttore di Cardiologia- è quindi che le persone con sintomi che possano far sospettare un attacco cardiaco, piuttosto che temere il Covid, si rivolgano tempestivamente e con fiducia ai servizi di emergenza, in modo da ottenere in tempi rapidi un trattamento in grado di limitare il danno al cuore, evitare un futuro quadro di scompenso cardiaco e in certi casi salvare la vita".