“Tornare a camminare? Come nascere di nuovo”
Scritto da Paola Baroni
Imparare a camminare di nuovo, è come rinascere una seconda volta. La rinascita di Antonio, 40 anni, è cominciata tre anni fa quando da atleta pugile, nel 2018 è stato costretto in carrozzina da un’infezione midollare. Da due anni è tornato a camminare, dopo un’intensa attività riabilitativa a Villa Il Sorriso, il Centro di riabilitazione intensiva per pazienti con lesioni midollari e sclerosi multipla nel presidio San Felice a Ema della Asl Toscana centro e afferente al dipartimento di medicina fisica e riabilitativa diretto da Bruna Lombardi.
Oggi Antonio si muove in casa sulle proprie gambe con l’aiuto di tutori che agevolano il passo, a volte di un deambulatore e fa le scale. In questa storia di resilienza e tenacia, fondamentale è stata la perseveranza con cui lo staff di Villa Il Sorriso ha portato avanti, mese dopo mese, passo dopo passo, il progetto di riabilitazione. “Il recupero è stato notevole e ancora ci sono margini di miglioramento - spiega Tamara, una delle due fisioterapiste che insieme a Claudia, dall’ottobre del 2018, dopo sei mesi di ricovero nell’Unità Spinale di Careggi, ha seguito Antonio nel percorso di riattivazione fisica. “Quando è arrivato a Villa Il Sorriso – racconta Tamara – Antonio aveva solo l’uso degli arti superiori. Il percorso è stato lungo ma come ha cominciato a vedere i segni di un recupero parziale, vi si è buttato a capofitto”.
Antonio ha ripreso la patente, si sposta ancora in carrozzina ma in autonomia. “Ho dovuto rinascere – dice – ma non ho mai smesso di crederci. A casa, per conto mio, cammino, faccio addominali e lavoro su di me perché so che c’è ancora un margine di recupero. Mi sono molto affezionato a Villa Il Sorriso, a tutto lo staff, ricordo anche Marina che mi ha seguito prima di Tamara e Claudia, il medico fisiatra, Giovanni Giambalvo Dal Ben. Devo a loro se oggi sono tornato a camminare".
Il lavoro di riabilitazione a Villa Il Sorriso ha richiesto tanta costanza. Giorno dopo giorno gli esercizi in sospensione con il metodo NEURAC (Neuromuscolar activation) conosciuto come “redcord”, hanno permesso l’ottimizzazione delle competenze motorie residue sia per gli arti inferiori che per l’equilibrio del tronco. “Ho iniziato a ricamminare a metà del 2019, alle parallele, con i tutori, poi ne ho mantenuto solo uno, più leggero in carbonio”. Nel 2020 quando per il Covid l’attività del Centro è stata sospesa, Tamara e Claudia hanno continuato a seguire Antonio, attraverso videochiamate per condividere l’attività fisica a distanza in sicurezza estesa anche ad altri pazienti di Villa Il Sorriso. “L’obiettivo di Villa Il Sorriso - dichiara il direttore sanitario del presidio, Antonietta Marseglia - mira al recupero della massima autonomia e al reinserimento nel tessuto sociale a 360° per una migliore qualità della vita e la storia di Antonio è una delle tante testimonianze“.