Sono apparse sulla stampa e riprese dai social alcune dichiarazioni di un medico incaricato provvisorio a Borgo san Lorenzo, che ha scritto agli assistiti (non suoi, ma del precedente titolare deceduto) lamentando il “dimezzamento” del suo stipendio rispetto a quello dei titolari ed accusando la ASL di non farsi carico delle sue lamentele al riguardo.
Il medico fa riferimento ad un regolamento (ACN), ignorando evidentemente che ACN vuol dire Accordo Collettivo Nazionale, cioè il contratto di lavoro dei medici di medicina generale di tutta Italia, a cui lui ha esplicitamente chiesto di essere assoggettato, nel momento in cui ha accettato l’incarico di sostituzione da parte di una Azienda Sanitaria.
Chiunque lavori per il Servizio Sanitario Nazionale e regionale, sia i dipendenti che i convenzionati come i medici di famiglia ed i pediatri, viene retribuito in base al contratto nazionale di lavoro ed agli accordi regionali e non è la ASL Toscana a quantificare gli stipendi in modo libero dai vincoli e dal rispetto delle regole a cui è sottoposto ogni Ente Pubblico.
Nel solo anno 2021 nella ASL Toscana Centro hanno avuto incarichi provvisori ben 23 medici di medicina generale e tutti sono stati pagati con le stesse modalità cioè secondo quanto previsto dall’ACN; pertanto per quale altra norma il medico in questione avrebbe dovuto avere uno stipendio diverso dagli altri?
Risulta particolarmente incomprensibile e pretestuosa la asserita volontà della ASL di volere ”sfruttare” i giovani medici, pagandoli la metà dei titolari. Nel corso degli ultimi 2 anni infatti la pesantissima mancanza di medici di famiglia e pediatri è stata tamponata con l’ingresso in Azienda di tantissime professionalità, sia a tempo determinato che a tempo indeterminato, di cui la stragrande maggioranza è costituita da giovani medici.
L’Azienda si preoccupa per garantire la salute dei cittadini su cui concordiamo che “non bisogna scherzare”, e si sta adoperando infatti per rimediare alla situazione di carenza assistenziale determinata dalla improvvisa cessazione volontaria del medico in questione che nessuno ha costretto a dimettersi.
L'Azienda si riserva di tutelarsi nelle sedi opportune in caso di ulteriori dichiarazioni diffamatorie pubblicate in cui siano riportate affermazioni arbitrarie e dequalificanti sul corretto operato dell’Azienda sanitaria rispetto alla vicenda.