Una necessità dettata dalla pandemia diventa modello organizzativo per guarire le persone
Scritto da Daniela Ponticelli
“Meno ospedale, più territorio e teleconsulenze”. Ne sono convinte Gianna Ignesti, Patrizia Madeo, Nicoletta Tamburini e Kathya Lenzi, le infermiere consulenti esperte, che ormai da oltre un anno hanno trasferito una parte della loro l’attività dall’ambulatorio specialistico del piano terra del presidio ospedaliero San Jacopo direttamente al domicilio dei pazienti per guarirli dalle ferite definite “difficili”: le lesioni cutanee che non cicatrizzandosi alterano lo stato di salute dei pazienti e causano effetti collaterali oltre a dolore.
Lesioni di natura traumatica, ortopedica, vascolare e chirurgica, ma anche esiti di ustioni e traumi che prima venivano seguite in ambulatorio ora sono curate a casa dei pazienti.
“Quella che prima era una necessità dettata dalla pandemia è diventato un modello organizzativo con indubbi vantaggi per i pazienti che non si devono più spostare per venire in ospedale: siamo noi che andiamo da loro insieme ai colleghi infermieri di famiglia del territorio ai quali forniamo consulenza affinché proseguano in autonomia le cure a domicilio . Le lesioni difficili possono essere legate alla fragilità delle persone, per esempio gli anziani ma anche a patologie come il diabete e richiedere lunghi trattamenti prima della completa guarigione; poter garantire l’assistenza a domicilio evita il disagio dei continui trasferimenti in ospedale” –spiega il team infermieristico coordinato dalla dottoressa Miria Lucchesi.
Sono state attivate anche le teleconsulenze per monitorare da remoto l’evoluzione della ferita, che può essere di natura acuta ma anche cronica. I controlli costanti evitano in molti casi anche il ricorso al pronto soccorso.
Se necessario le infermiere a loro volta attivano i medici per ulteriori interventi e trattamenti.
Le infermiere per le consulenze e le medicazioni sono attivate oltre che dai Medici e dai Pediatri di Famiglia, dagli specialisti e dagli infermieri di famiglia e servizio domiciliare : si recano a casa dei pazienti ma garantiscono la loro presenza anche in tutti i reparti, compresi quelli delle Cure Intermedie e nelle Rsa.
Dichiarano i dottori Paolo Cellini e Monica Chiti, dirigenti della direzione infermieristica dell’area pistoiese: “l’attuale organizzazione risponde a pieno al modello organizzativo orientate alla centralità della persona e alla personalizzazione delle cure.
La presa in carico multidisciplinare potenzia indubbiamente l’intervento sul paziente e valorizza il ruolo dell’Infermiere di Famiglia e Comunità, che partecipa, con il consulente esperto nel percorso di cura attraverso interventi diretti oppure, appunto attivando la consulenza infermieristica.
Un ulteriore valore aggiunto è rappresentato dall’avvicinamento tra servizi ospedalieri e territoriali che, attraverso l’Infermiere di Famiglia e Comunità consente di realizzare una reale presa in carico dei pazienti con lesioni cutanee “difficili” al proprio domicilio, nelle strutture residenziali e nelle degenze territoriali”.