Un percorso specifico con posti letto dedicati per migliorare il recupero funzionale e far tornare a camminare anche gli ultracentenari
Scritto da Daniela Ponticelli
E’ anche frutto del nuovo percorso di “Ortogeriatria” se nell’ospedale San Jacopo di Pistoia è possibile, dopo l’operazione chirurgica al femore, far tornare a camminare precocemente i pazienti anziani fratturati, anche ultracentenari.
L’ortogeriatria prevede una stretta collaborazione tra ortopedico, geriatra, anestesista, infermiere, assistente socio-sanitario, fisioterapista e, se richiesto, anche l’assistente sociale, così da affrontare i numerosi problemi conseguenti alla frattura di femore con un approccio multidimensionale e multiprofessionale.
“Sicuramente il percorso favorisce il successo dei trattamenti, - precisa la dottoressa Lucilla Di Renzo, direttore dell’ospedale-. Abbiamo anche dedicato dodici posti letto funzionali di ortogeriatria nell’area chirurgica per il ricovero degli anziani che arrivano dal pronto soccorso con diagnosi di frattura al femore i quali possono contare sulla presa in carico da parte dell’ortopedico, del geriatra e dell’anestesista. Questo sistema deve funzionare per garantire un’assistenza multispecialistica al fine di migliorare la qualità di vita delle persone fragili”.
La stragrande maggioranza dei casi di frattura al femore è causata da una caduta, anche banale e con trauma lieve, ed interessa le persone anziane o molto anziane, spesso in condizioni di fragilità clinica, già affetti da più malattie croniche e/o disabilità e che necessitano pertanto di un’assistenza complessa.
“Compito dell’ortogeriatria è garantire a queste persone il ritorno alla condizione pre-frattura e con gli esiti migliori. All’arrivo del paziente in Ospedale il geriatra indaga le modalità della caduta, lo stato funzionale e quello cognitivo, stabilizza le eventuali patologie acute e, quindi, lo prepara al meglio all’intervento chirurgico, se necessario attiva ulteriori consulenze specialistiche e nella fase post-operatoria gestisce il dolore e cerca di prevenire tutte quelle complicanze che possono condizionare negativamente il recupero funzionale”, –spiega la dottoressa Elisabetta Tonon, vice direttore della struttura complessa di Geriatria Pistoia-Pescia (diretta dal dottor Carlo Adriano Biagini) e responsabile delle Cure Intermedie del Ceppo.
“Ultimamente abbiamo operato anche una paziente di 106 anni, -aggiunge il direttore della struttura di Ortopedia del San Jacopo, il dottor Luca Turelli. “Grazie all'aiuto degli ortogeriatri del San Jacopo, è possibile garantire una pianificazione pre e post operatoria e un intervento chirurgico in ‘sicurezza’, per permettere un’ aspettativa di vita se non altro senza il dolore che accompagna questi pazienti fragili con ancora la voglia di vivere i restanti giorni accanto ai propri famigliari. Le attuali tecniche operatorie sono tali da consentire anche ai più anziani un recupero precoce dopo l’intervento, anche grazie al prezioso intervento dei fisioterapisti dell’ospedale attivati dal dottor Simone Bonacchi. E’ una soddisfazione per noi sanitari poter migliorare la qualità della vita di queste persone”.
Raffaella Marovelli coordinatore infermieristico del setting A chirurgico definisce il percorso ortorgeriatrico “una sfida nella presa in carico dei pazienti anziani con alta complessità clinica ed elevato rischio di complicanze dal punto di vista medico, cognitivo,funzionale e psicosociale in cui la figura dell’infermiere e dell’Oss si sono inserite, integrandosi nell’equipe multidisciplinare di cura.
Hanno preso in carico questa sfida, - sottolinea- sviluppandola in maniera progressiva e continua verso i bisogni dei pazienti e dei loro familiari, ottenendo ottimi risultati, non solo per il paziente ma come crescita professionale per gli operatori stessi. Nel percorso è stato presente il dipartimento infermieristico, supportandoci nelle nostre necessità”.