Scritto da Paola Baroni
Per chi si occupa di emergenza, i trattamenti conservativi e a ridotta invasività, rappresentano una integrazione importante nella gestione del paziente traumatizzato. Nei Pronto Soccorso della Asl Toscana centro
- a Firenze al San Giovanni di Dio, Santa Maria Annunziata, Santa Maria Nuova, a Pistoia al San Jacopo e al S.S. Cosma e Damiano, a Prato al Santo Stefano e a Empoli al San Giuseppe - si sta implementando un percorso terapeutico che consenta la gestione conservativa nei pazienti con lesioni traumatiche, ematomi, lacerazioni, fratture che possono coinvolgere milza, fegato e rene.
L’obiettivo è offrire anche agli utenti dei presidi ospedalieri di Pronto Soccorso della Ausl Toscana centro una sempre maggiore equità di trattamento in linea con gli indirizzi programmatici proposti dall'Organismo Toscano per la Gestione del Rischio Clinico in tema di emergenza territoriale.
Nei pazienti che giungono al Pronto Soccorso con una evidente instabilità emodinamica, è necessaria l'attivazione di procedure di emergenza, finalizzate anche al solo controllo del sanguinamento, e la chirurgia rappresenta la tecnica elettiva per la sopravvivenza del paziente. Tuttavia in un’ampia percentuale di pazienti il danno post traumatico non è associato a sanguinamento grave, e nei pazienti emodinamicamente stabili, possono essere attuati percorsi più conservativi con vantaggi in termini di minori complicanze post chirurgiche.
Recentemente nei Pronto Soccorso aziendali, per pazienti con questo tipo di trauma, è stato possibile attuare percorsi non chirurgici, di tipo conservativo, anche tramite l'implementazione a livello aziendale di procedure di controllo del sanguinamento e del danno vascolare di tipo radiologico interventistico. Negli anni più recenti nell’ambito della patologia traumatica che afferisce alla rete dei Pronto Soccorso territoriali di area vasta centro, si è assistito a una sempre maggiore adesione a procedure terapeutiche e di gestione conservativa, non chirurgica, in pazienti con traumi addominali chiusi, che sono tra i più frequenti negli incidenti della strada e del lavoro. La conservazione del parenchima splenico può offrire vantaggi anche a fini immunologici, oltre che di una minore aggressività terapeutica.
Procedure mininvasive come l'angiografia con embolizzazione, cioè la puntura di un vaso arterioso periferico con cateterismo selettivo e chiusura o riduzione del flusso sanguigno nei vasi arteriosi dell'organo danneggiato, permettono un ulteriore supporto al controllo dei fenomeni di sanguinamento e possono essere di ausilio nel trattamento conservativo dell'organo traumatizzato (milza, fegato, rene).
I pazienti con trauma splenico che dopo valutazione della equipe medica e chirurgica del Pronto Soccorso territoriale erano candidabili a terapia conservativa, sono stati sottoposti ad angiografia arteriosa con embolizzazione della arteria splenica ed hanno potuto mantenere gran parte del parenchima splenico ed evitare l'intervento chirurgico di rimozione della milza in emergenza.