Un momento di ascolto e di confronto sui possibili strumenti di tutela
Scritto da Elena Cinelli
Piena disponibilità dell’Asl Toscana Centro ad accogliere le richieste del personale sanitario coinvolto nella incresciosa vicenda delle telecamere nascoste all’interno di uno spogliatoio dell’Ospedale San Giuseppe di Empoli.
E’ questo l’obiettivo di un incontro, previsto nei prossimi giorni, con una rappresentanza del personale sanitario, vittima della vicenda, insieme ad alcuni rappresentanti delle Organizzazioni Sindacali territoriali. All’incontro sarà presente la Direzione di Presidio insieme all’Ufficio Legale dell’Azienda.
Durante l’incontro saranno illustrate le possibili iniziative che l’Azienda intende adottare a tutela delle persone coinvolte e le eventuali modalità di svolgimento nei vincoli di norma. Sarà anche l’occasione per poter esprimere nuovamente, da parte di tutta la Direzione Aziendale e del Presidio Ospedaliero, la massima solidarietà, per la gravità del gesto, già evidenziata nelle parole di conforto nell’invito a firma della dottoressa Silvia Guarducci, Direttore sanitario San Giuseppe e dalla dottoressa Loriana Meini, Direttore assistenza infermieristica area empolese:
“A tutte voi la nostra vicinanza che ogni giorno date un enorme contributo allo svolgimento dell’attività all’interno dell’Ospedale e che permettete, con fatica e affrontando grandi difficoltà, anche causate dalla pandemia, di mandare avanti con professionalità un sistema complesso a favore del cittadino, con competenza e dedizione al lavoro di ogni giorno. La Direzione di Presidio esprime tutta la solidarietà per la vicenda che vi ha viste coinvolte e che rende ancora più forti il rispetto e il valore umano di ognuna di voi. “
Sull’accaduto stanno ancora indagando i Carabinieri di Empoli, a cui hanno sporto denuncia le vittime, al fine di individuare i responsabili di tale violazione.
Al momento l’indagine è in corso e l’Asl Centro auspica in una conclusione a breve, sottolineando l’impegno nella collaborazione con le autorità inquirenti che in più occasioni, per favorire le indagini e a tutela del buon esito, hanno richiesto massimo riserbo sui fatti.