L’Azienda immediatamente disponibile al confronto attende l’invito diretto
Scritto da Daniela Ponticelli
L’azienda USL Toscana centro è immediatamente disponibile a confrontarsi con la Cgil sull’Infermiere di Famiglia e attende l’invito diretto,
per proseguire con il sindacato quel dialogo che non è mai mancato su un progetto che rappresenta un’eccellenza della Toscana a livello nazionale.
La Cgil ha annunciato tramite un comunicato stampa che "intende chiedere" un tavolo di confronto immediato ma, formalmente, non è pervenuta all'ufficio relazione sindacali alcuna richiesta in tal senso.
L’evidenziare la validità di questo innovativo modello assistenziale che avvicina la risposta sanitaria al domicilio del paziente è stata proprio premura dell’ l’Azienda USL Tc che lo ha elaborato nel 2017 e introdotto nel 2018, poi adottato con la Delibera regionale (delibera 597 del 4 giugno 2018) dopo una positiva sperimentazione proprio sui territori ricompresi nella stessa Azienda Sanitaria.
“Fin da subito abbiamo condiviso anche con i sindacati il progetto –precisa Paolo Zoppi, direttore del Dipartimento di Assistenza Infermieristica e Ostetrica – ed esso ha avuto fin qui riscontri positivi in tutti i territori in termini di accesso più appropriato ai servizi sanitari e socio—sanitari e maggior prossimità e relazione continua con gli infermieri, con vantaggi anche per i familiari oltre che per i pazienti stessi che possono proseguire le cure a domicilio diminuendo il ricorso all’ospedalizzazione. Insomma – ribadisce il direttore del Dipartimento- abbiamo tutta l’intenzione e l’interesse a proseguire questo confronto su questo modello”.
Quanto alla contestazione sul rapporto tra Infermiere di Famiglia e popolazione, Zoppi spiega che la distribuzione degli Infermieri di Famiglia nei Comuni viene fatta adottando il criterio della densità abitativa: per esempio nelle aree montane potrà esserci un Infermiere ogni circa 2.800 abitanti. Lo standard adottato è quindi certo in rapporto alla popolazione ma anche, e soprattutto, in relazione alla distribuzione della stessa sul territorio al fine di una presenza equa e idonea a garantire l’assistenza dovuta ai cittadini.
Orami da tempo la AUSL Tc ha intrapreso la strada del potenziamento delle strutture domiciliari e territoriali, con particolare riguardo ad assicurare sempre di più la cura a casa di pazienti e pertanto anche l’evoluzione naturale del progetto dell’Infermiere di Famiglia e di Comunità sarà quella di assicurare un servizio di continuità nelle 24 ore.
“Tale intenzione, - prosegue Zoppi- al fine di sviluppare ancora di più la presa in carico dei pazienti e la continuità dell’assistenza, elementi che consentono un esercizio dell’infermieristica in una delle sue forme organizzative più avanzate e moderne. Il decreto ministeriale 77 offre delle indicazioni di sviluppo dell’assistenza territoriale che vanno nella stessa direzione dei principi che sostengono il modello dell’Infermiere di Famiglia e di Comunità”.
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