Risolto con successo al Santo Stefano e premiato al Congresso Europeo di Lisbona
Scritto da Vania Vannucchi
Prato – Il complesso e delicato caso clinico di una giovane donna a cui era stato asportato un fibroma di 20 centimetri durante la gravidanza, risolto con successo al Santo Stefano di Prato, è stato esposto in un lavoro scientifico al Congresso Europeo di Lisbona “European Society for Gyneacological Endoscopy”.Presentato dal dottor Marco D’Indinosante, ginecologo dell’ospedale pratese, nella sessione “Fibromi” insieme a relazioni di ginecologi di fama internazionale, il lavoro è stato selezionato e premiato per la sua originalità dal professor Vlad Tica dell’Università “Ovidius” di Costanza e dal professor Bernd Holthaus dell’ospedale St. Elisabeth di Damme come miglior lavoro della sessione.
Al lavoro scientifico “Miomectomia in gravidanza: case report riguardo un nuovo approccio alla sutura dell’utero hanno partecipato i dottori: Marco D’Indinosante, Alberto Mattei, direttore del Dipartimento di ostetricia e ginecologia dell’ASl Tc; Anna Franca Cavaliere ex direttore di ostetricia e ginecologia del Santo Stefano attualmente direttore di ostetricia e ginecologia dell’ospedale Gemelli Isola di Roma , Elisa Scatena direttore ff di ostetricia e ginecologia di Prato, Federica Perelli, ginecologo dell’ospedale Santa Maria Annunziata di Firenze e il professor Giovanni Scambia, direttore scientifico della Fondazione Policlinico Universitario A.Gemelli-IRCCS di Roma.
E’ stato descritto l’utilizzo di una particolare tecnica chirurgica originariamente utilizzata per suturare e ricostruire l’utero a seguito dell’asportazione di una formazione benigna chiamata adenomioma, descritta nel 2011 dal gruppo giapponese coordinato dal dottor Osada.
Il team multiprofessionale ostetrico-ginecologico e anestesiologico del Santo Stefano ha utilizzato questa tecnica nella sutura dell’utero dopo l’asportazione di un fibroma di 20 centimetri e di oltre tre chilogrammi nell’utero di una donna alla quattordicesima settimana di gravidanza. Il fibroma avrebbe gravemente compromesso ed esposto a una condizione di estremo rischio la possibilità di proseguire la gestazione. La tecnica è stata rivisitata e perfezionata in considerazione della gravidanza ed ha permesso di ricostruire il notevole difetto della parete uterina che l’asportazione del fibroma aveva creato. La gravidanza è proseguita con decorso regolare e la giovane donna, nello scorso mese di marzo ha eseguito a 34 settimane di gestazione il taglio cesareo dando alla luce un bambino senza complicanze correlate alla tecnica utilizzata per la isterorrafia (sutura chirurgica) dopo il il delicato intervento per la rimozione del fibroma (miomectomia).