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Un nuovo Centro per i Disturbi del Pavimento Pelvico al San Jacopo Istituito nell’ambito della struttura di Ginecologia e Ostetricia per le donne in ogni fase della vita

Team multidisciplinare e inter-professionale

Nella foto il dottor Pasquale Florio

Scritto da Daniela Ponticelli,

Un Centro per i Disturbi del Pavimento Pelvico Femminile, è stato istituito al San Jacopo, nell’ambito della struttura complessa di ostetricia e ginecologia diretta dal professore Pasquale Florio, che afferisce al Dipartimento materno-infantile di cui è direttore il dottor Alberto Mattei.

Il prolasso uterino e l’incontinenza urinaria femminile rappresentano patologie di estrema attualità in quanto, con l'aumento dell'età media di sopravvivenza e la maggiore attenzione verso la qualità della vita, un numero sempre crescente di donne si confronta con questi problemi. Le disfunzioni perineali, prima vissute con vergogna e rassegnazione, stanno progressivamente emergendo dal sommerso stimolando una richiesta sempre più cosciente di trattamento sanitario adeguato.

“Ed è partendo da tali presupposti che è stato deciso di offrire alle donne in ogni fase della loro vita (adolescenza, età fertile, gravidanza, puerperio, menopausa e senilità), le competenze di diverse specialistiche che, unite alla strumentazione diagnostica necessaria, alla riabilitazione e all’eventuale chirurgia, potrà aiutarle a superare disagi che si rilevano nel tempo cronici e invalidanti” – ha dichiarato la dottoressa Lucilla Di Renzo, direttore sanitario del presidio e della rete ospedaliera aziendale. 

“L’attività – spiega il professor Florio – è incentrata sulla presa in carico dei disturbi correlati al prolasso uterino, sia per quanto concerne il prolasso di vagina, utero e vescica, ma anche dei sintomi correlati a tale patologia, come i disturbi minzionali e le varie forme di incontinenza urinaria”.

La donna al San Jacopo viene accolta in un ambiente intimo, con un approccio individuale, personalizzato, garantendo la continuità assistenziale con la struttura di Ostetricia e Ginecologia, al fine di effettuare una diagnosi che permetta il corretto inquadramento del disturbo.

“Abbiamo deciso di semplificare l’accesso – continua Florio – e per rendere fruibile il servizio a tutte le donne, la prenotazione può avvenire tramite impegnativa del medico di medicina generale per “visita uroginecologica”, telefonando direttamente al CUP dell’Azienda Toscana Centro. L'obiettivo è garantire alle pazienti una reale presa in carico da parte di specialisti integrati in un team multidisciplinare e inter-professionale ed offrire loro tutte le possibili opzioni terapeutiche, da quelle relative alla rieducazione e riabilitazione del pavimento pelvico, all’approccio farmacologico, sino all’utilizzo di tecniche chirurgiche di tipo mini-invasivo (tramite laparoscopia) di correzione del prolasso uterino e vescicale, o demolitive (l’asportazione dell’utero per via vaginale) quando necessario”.

Non solo chirurgia, ma molto altro come spiega il dottor Simone Bonacchi, Responsabile dei percorsi di riabilitazione ambulatoriali e ospedalieri della Zona Pistoia, afferente al Dipartimento delle professioni tecnico sanitarie diretto dalla dottoressa Sandra Moretti“abbiamo intravisto una importante opportunità in questo servizio, dal momento che quando si pensa alle tematiche dei problemi uroginecologici si immagina che il trattamento chirurgico sia il solo possibile. La novità è l’approccio multidisciplinare, che sottolinea l’importanza della Fisioterapia con la riabilitazione e la rieducazione del pavimento pelvico durante tutto il percorso assistenziale, non solo come alternativa ma anche come supporto al trattamento chirurgico. Qui è la modernità di questo servizio, e cioè porre al centro la risoluzione del problema e non la tipologia di trattamento, in un continuum assistenziale che costringe a lavorare insieme specialisti di diversa estrazione ed approccio”

Tutte le pazienti sottoposte a trattamento, verranno monitorate presso l’ambulatorio con appuntamenti stabiliti in base alla natura del problema e alla tipologia di iter terapeutico, in modo da garantire una continuità assistenziale, avvalendosi dell’intervento di altri specialisti, come fisioterapisti ed urologi, con cui il centro lavorerà in stretta collaborazione.