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Il robot accanto al chirurgo in sala operatoria al Santo Stefano a Prato

Scritto da Paola Baroni, martedì 13 febbraio 2024

Un anno dopo, il numero degli interventi eseguiti raggiunge standard di eccellenza - “Merito dell’organizzazione e del nostro personale”

 Prato - Quasi 400 interventi nel primo anno di attività, un risultato eccezionale per la chirurgia robotica italiana che nel 2023 nelle sale del Santo Stefano quanto a numero di procedure effettuate con il robot, è andata ben oltre le stime dei professionisti fatte a inizio anno. Da quando fu impiegato la prima volta il 6 febbraio 2023, si contano oggi 318 interventi di urologia, 51 di chirurgia generale, 19 di otorinolaringoiatria per un totale di 388 casi trattati con un sistema che costituisce l’avanguardia e la più efficace alternativa agli interventi effettuati con le tecniche chirurgiche classiche: dalla ridotta degenza ospedaliera, al minore dolore post operatorio, alla più rapida ripresa con il ritorno alle normali attività.

Il robot è divenuto operativo prima in prova visione con un programma, cioè, di 40 casi per interventi di prostatectomia robotica nel corso dei quali il sistema è stato messo a punto anche a livello di procedure infermieristiche e anestesiologiche. Successivamente l’impiego del robot chirurgico è stato esteso a tutte le patologie di pertinenza urologica e ancora dopo a interventi di chirurgia generale e otorinolaringoiatria.

"Siamo estremamente orgogliosi di questo risultato che è frutto di un grande lavoro di squadra – dichiara il direttore sanitario del Santo Stefano, Maria Teresa Mechi - e desidero esprimere la mia più sincera gratitudine ai chirurghi dell’ospedale di Prato e degli altri ospedali che hanno contribuito e lavorato assieme nell’implementazione di questo approccio,  agli anestesisti, agli infermieri e al personale di supporto, alla programmazione chirurgica, alle strutture amministrative, per la dedizione con la quale tutti hanno fornito un apporto insostituibile per ottenere questo successo.  Ringrazio – conclude - il dott. Vignolini, direttore della Urologia, il dott. Cantafio, direttore della Chirurgia generale e il dott. Sarno, direttore della Otorinolaringoiatria per lo straordinario lavoro in team che ha rappresentato un aspetto fondamentale nel raggiungimento di questo importante traguardo”.

Collocato a Prato per la sua posizione baricentrica rispetto alla rete ospedaliera dell’Azienda sanitaria, il robot è a disposizione di tutti i professionisti del dipartimento delle chirurgie della Asl Toscana centro diretto da Stefano Michelagnoli.

In ogni struttura urologica aziendale è stato fatto un percorso di formazione che ho potuto seguire in prima persona – spiega Graziano Vignolini, il coordinatore dell’attività di chirurgia robotica in urologia - Il successo di questo anno nasce da un’organizzazione che ha voluto la Direzione generale e che ha consentito di poter garantire il servizio anche ai pazienti di Pistoia e Empoli. Il percorso ha previsto la formazione di un medico per centro dell’ospedale di Pistoia, Empoli e Prato con il fondamentale supporto dell’urologia di Santa Maria Annunziata diretta da Alberto Lapini e l’altrettanto importante supporto del chirurgo urologo Andrea Gavazzi, secondo una logica che è poi quella aziendale dell’integrazione fra chirurghi dei vari ospedali per interventi altamente complessi”.

Il primo intervento è stato realizzato dall’equipe di urologia di Prato a febbraio di un anno fa su un giovane paziente con tumore alla prostata. Le dimissioni del giovane paziente sono arrivate a pochi giorni dall’operazione. Successivamente sono stati eseguiti interventi di pertinenza uro-oncologica in particolare per tumore prostatico, renale e vescicale. Nel corso dell’anno il 99% delle procedure chirurgiche ha riguardato pazienti oncologici per i quali, grazie alla tecnica robotica, l’Azienda ha potuto ampliare l’offerta e dare un contributo importante all’abbattimento delle liste di attesa.

E’ stato un percorso bello e faticoso che non avrebbe potuto registrare questi risultati senza la collaborazione degli anestesisti, degli infermieri, di tutta l’equipe di sala e del personale dei reparti – sottolinea Vignolini – Ringrazio tutti a uno a uno per il contributo importante. Non era mai successo che al primo anno di attività con il robot, un ospedale in Italia registrasse i nostri numeri”.

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