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Si affina la gestione delle Malattie Infettive negli ospedali di S. M. Nuova, San Giovanni di Dio e Annunziata

Un progetto delinea la puntuale presa in carico del paziente dall’ingresso in Medicina di Urgenza alla dimissione

Firenze – Prosegue il progetto “La Rete Ospedale Territorio assicurata dalle competenze integrate” recentemente avviato dagli stabilimenti di presidio ospedaliero dell’Area Fiorentina. Il progetto nasce dalla collaborazione tra la SOSD Attività di Assistenza Sanitaria di Firenze- DPTS diretta dalla dottoressa Giovanna Mereu, le Direzioni di Presidio Ospedaliero di Santa Maria Nuova, San Giovanni Di Dio e SS Annunziata dirette rispettivamente dal Dr Tommaso Grassi, dal Dr. Simone Naldini e dalla dottoressa Elettra Pellegrino e dalle strutture infermieristiche dirette dal Dr. Gianluca Galeotti, dal Dr. Antonio Gant e dalla Dr.ssa Patrizia Grassi.

Il progetto delinea la corretta e puntuale presa in carico del paziente infetto/sospetto in maniera integrata tra i professionisti della Direzione Ospedaliera e quelli dei reparti.

Avendo la  metodologia progettuale carattere proattivo, come spiega la Dr.ssa Mereu, è stata inserita stabilmente nello staff delle Direzioni di Presidio Ospedaliero anche la figura del professionista Assistente Sanitario in quanto rappresenta lo snodo decisionale, la figura di riferimento del processo, per quanto riguarda la sorveglianza sanitaria, contribuendo contestualmente  alla creazione e al mantenimento di tutte le relazioni tra principi e valori in un’ottica di multidisciplinarietà, a garanzia del corretto percorso della sorveglianza.

La supervisione del mantenimento della rete multi professionale, afferma il Dr. Christian Adamo, medico della Direzione sanitaria del presidio ospedaliero Santa Maria Nuova, garantisce la disponibilità di dati tempestivi e puntuali.  Il professionista Assistente Sanitario filtra tutte le segnalazioni dei casi notificati per malattia infettiva, garantendo in tal modo la presa in carico e l’elaborazione efficace degli stessi rappresentando così il collegamento tra la realtà ospedaliera e l’Igiene Pubblica del Dip. Prevenzione.

La segnalazione di casi di malattia infettiva da parte del medico che ne fa diagnosi, deve conciliare una serie di esigenze, continua la Dr.ssa Cristina Giliberti, medico della Direzione sanitaria del presidio ospedaliero San Giovanni di Dio, quali:

  • Patologia a segnalazione immediata:

Ottenere dei dati tempestivi, per quelle patologie che richiedono un celere intervento di profilassi;

  • Garantire la completezza dei dati per le malattie per cui siano attuabili programmi di prevenzione (appropriatezza) es. campagne vaccinali;
  • Semplicità e chiarezza delle procedure: diverse tempistiche e modulistiche possono rendere difficoltosa la segnalazione e favorire quindi fenomeni di sotto notifica, specie per le patologie più lievi.

Per l’analisi di eventuali casi sotto notificati, specifica la Dr.ssa Laura Indiani, medico della Direzione sanitaria del presidio ospedaliero S.S. Annunziata, che un lavoro sicuramente interessante potrebbe essere, grazie a questo nuovo percorso intrapreso anche al Santa Maria Annunziata, l’analisi delle SDO (schede di dimissione ospedaliera), i dati di laboratorio, le analisi delle caratteristiche pre-ricovero del paziente (per valutare se questo fosse già infetto prima del ricovero) al fine di redigere successivamente un eventuale profilo di rischio. Questo lavoro eventualmente da pensare in futuro potrebbe essere uno sviluppo ulteriore grazie all’importante lavoro di equipe messo in atto.

Le infezioni correlate all’assistenza (ICA) e tutte le malattie infettive (sospette o accertate), rappresentano la grande sfida attuale per i sistemi di salute pubblica, in quanto costituiscono un insieme di condizioni eterogenee sotto il profilo microbiologico, fisiologico ed epidemiologico, con elevato impatto sulla salute e sui conseguenti costi sanitari.

Nel controllo e nella prevenzione delle malattie infettive, la notifica rappresenta un punto chiave per la Sanità Pubblica (DM 15/12/1990), perché permette di tracciare il profilo epidemiologico di tali malattie a livello locale/regionale, consentendo l’avvio dell’inchiesta epidemiologica per attuare le misure volte a limitare la diffusione della patologia stessa.

Il progetto garantisce la sorveglianza con ricadute specifiche e positive nel tempo basandosi sull’integrazione delle competenze multi professionali. Si favoriscono in tal modo le idonee condizioni di monitoraggio e la rapida eventuale attuazione delle azioni di miglioramento che si dovessero rendere necessarie.