Il contributo di Università, Asl e Fondazione Santa Maria Nuova alla Cava di Monticino
Scritto da Paola Baroni
L’utilizzo delle radiografie per indagare sui reperti fossili è sempre stato un metodo di indagine praticato dai paleontologi. La “Paleontologia virtuale”, disciplina relativamente recente, ha però rafforzato il suo potenziale di valorizzazione del patrimonio e di diffusione delle conoscenze scientifiche, grazie a nuove tecniche e tecnologie di indagine e alla loro espansione nel tempo.
Un contributo importante d’indagine tecnologica al patrimonio di resti di vertebrati fossili del Messiniano (periodo geologico risalente a circa 5 milioni di anni fa) scoperti nel 1985 nel ricco giacimento paleontologico presso la cava di gesso di Monticino di Brisighella, è arrivato dal reparto di Radiologia Medica (Struttura Operativa Complessa di Radiologia) dell’ospedale San Giovanni di Dio della Asl Toscana centro.
Le prime sessioni d’indagine a Torregalli risalgono al 2019 e poi sono state sospese con l’inizio dell’emergenza sanitaria. In quel periodo l’apparecchiatura veniva utilizzata nei momenti della giornata in cui non veniva effettuata attività assistenziale. Ora quell’esperienza è stata raccontata in un capitolo dedicato alla “Paleontologia virtuale” nel libro appena pubblicato a cura di Lorenzo Rook, professore di Paleontologia e Paleoecologia, già direttore del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Ateneo fiorentino e Presidente della Società Paleontologica Italiana.
Il libro racconta come nella radiologia del San Giovanni di Dio, tra le applicazioni digitali utilizzate due anni fa, siano state eseguite numerose scansioni tomografiche e Tac su resti anche di canidi primitivi, la specie fossile battezzata dagli studiosi con il nome di Eucyon monticinensis, un progenitore del nostro cane “moderno”, risalente a circa 5 milioni di anni fa. La competenza e il grande entusiasmo dei tecnici sanitari di radiologia e del personale sanitario dell’ospedale hanno reso possibile nel 2019 le indagini digitali senza che tale iniziativa interferisse con l’attività ordinaria di reparto. Decisiva è stata anche la collaborazione tra il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Firenze, la Asl Toscana centro e la Fondazione Santa Maria Nuova.
Il volume, disponibile anche on line e in versione scaricabile, offre una panoramica esaustiva sulla fauna di Cava di Monticino, riassumendo tutte le conoscenze accumulate fino ad oggi. Si tratta di un’opera di grande importanza scientifica che evidenzia il considerevole significato geo-paleontologico della Vena del Gesso, testimoniato anche dalla prossima candidatura a “World Heritage” dell’Unesco.