Scritto da Vania Vannucchi
Chirurgia laparoscopica di alta precisione al Santo Stefano di Prato con strumenti ultra mini-invasivi. Nei giorni scorsi l’equipè diretta dal dottor Stefano Cantafio, responsabile della struttura chirurgica dell’ospedale ha eseguito con tecnica laparoscopica un delicato intervento di sigmoidectomia, resezione di una parte dell’intestino su una giovane paziente.
La laparoscopia, affermata ormai da tempo come una valida alternativa alle tecniche tradizionali ad addome “aperto” permette di realizzare una chirurgia mirata e di raggiungere, attraverso piccole incisioni sulla parete addominale, il tratto di intestino su cui operare.
La chirurgia del Santo Stefano, sempre orientata alle nuove tecnologie, si è dotata di strumenti ultra-mini-invasivi di 3mm di diametro che consentono, grazie al calibro sottile, di eseguire le procedure chirurgiche in sicurezza senza cicatrici cutanee ed una riduzione sia della degenza in ospedale che del dolore post-operatorio.
La paziente, affetta da diverticolosi del sigma, un processo infiammatorio dei diverticoli (estroflessioni localizzate lungo le pareti dell’intestino), trattata con terapia antibiotica, ha presentato ripetuti episodi molto dolorosi ed una conseguente riduzione della qualità di vita.
L’equipè chirurgica ha valutato il caso e proposto l’intervento di sigmoidectomia laparoscopica ultramini-invasiva.
L’intervento è stato eseguito dal direttore dottor Cantafio e dalla dottoressa Samantha Vellei, con la collaborazione del dottor Luca Romoli, chirurghi del Santo Stefano e dal dottor Federico Passagnoli, medico in formazione specialistica ed il supporto dalll’anestesista dottor Jacopo Cappellini.
L’approccio chirurgico con strumenti di 3mm ha le stesse caratteristiche funzionali di quello laparoscopico classico ma offre molteplici vantaggi: riduzione della lunghezza dell’incisione cutanea, minimo trauma delle pareti addominali,riduzione drastica delle possibili complicanze delle incisioni chirurgiche come infezioni, sanguinamenti, dolore e formazione di laparoceli (ernie che si formano sulle cicatrici di un intervento chirurgico addominale) oltre a permettere al chirurgo l’esecuzione dell’intervento con alta precisione.
La paziente ha avuto un decorso postoperatorio caratterizzato da un minimo utilizzo di farmaci antidolorifici, per la soggettiva assenza di dolore. E’ stata dimissa 4 giorni dopo l’intervento con una veloce ripresa e ritorno alle attività quotidiane.
" E' la prima volta che in Toscana viene eseguito nell'ambito della chirurgia generale un intervento di chirurgia maggiore (in pratica una resezione del colon) utilizzando strumenti da 3 mm - spiega il dottor Cantafio. Fino ad ora tale utilizzo era limitato ad interventi minori (colecisti per esempio). Si tratta di una ulteriore evoluzione della ben nota chirurgia mini-invasiva che diventa ultra mini-invasiva anche per interventi più complessi con la stessa sicurezza, le stesse performance, gli stessi risultati dei classici strumenti utilizzati routinariamente, ma con incisioni che diventano pressoché invisibili. Si parla di "scarless surgery" (chirurgia senza cicatrici). Da molti anni stiamo portando avanti, grazie al supporto dell'Azienda, presso l'Ospedale di Prato tutti gli avanzamenti tecnologici e gli aggiornamenti in materia di strumentario di sala operatoria che ci permettono di raggiungere traguardi fino a pochi anni fa solo impensabili e di mettere Prato a livelli di eccellenza in questo ambito ".
“Offrire ai nostri pazienti le piu innovative tecnologie finalizzate al miglioramento dei risultati e alla riduzione della invasività, conclude il dottor Stefano Michelagnoli direttore del Dipartimento chirurgico aziendale; fa parte della mission del nostro dipartimento. Ringrazio l’equipe del Santo Stefano sempre attenta e capace di interpretare al meglio questo mandato.”