Il Dipartimento Infermieristico AUSL Toscana Centro apre alla riflessione interna “COME STAI?” sugli aspetti che generano benessere. Su questo input la Rianimazione dell’Ospedale di Prato diventa ‘aperta’.
Scritto da Ufficio Stampa || 29/06/2023
Prato - Il Dipartimento Infermieristico, diretto dal dottor Paolo Zoppi, ha celebrato la giornata internazionale dell’infermiere con un evento dal titolo “Come Stai? - Gli aspetti che generano benessere” presso l’Ospedale Santo Stefano di Prato. L’iniziativa, che si è tenuta lo scorso 12 maggio - condotta da Patrizia Cini, Monica Chiti e Caterina Barbani e alla quale hanno partecipato le Direzioni Ospedaliera e Territoriale dell’area pratese - ha aperto ad una riflessione sugli aspetti che creano benessere alle persone che a vario titolo abitano i servizi: dagli operatori, ai pazienti e familiari.
“Come stai?” è una domanda frequente ed a volte rituale, alla quale è stato restituito peso e sostanza nel suo significato profondo di attenzione verso l’altro e di benessere. Durante l’evento sono stati anche presentati i dati quantitativi del capitale umano della SOS Assistenza Infermieristica di Prato (infermieri e operatori socio sanitari) impegnato nella cura della persona sia in Ospedale che sul territorio, oltre ad una relazione sugli aspetti qualitativi che generano valore all’agire professionale, sia in termini di salute del paziente e caregiver, che di valorizzazione dei professionisti.
Durante l’evento è stato inoltre realizzato un focus per individuare insieme ai colleghi quali possano essere gli elementi per costruire un ambiente di lavoro sereno, dove le diversità ed i talenti possano esprimersi liberamente. Essere valorizzati come professionisti, favorire l’inclusione e la collaborazione, contaminarsi con le rispettive competenze ed esperienze, coltivare la relazione e la comunicazione con lealtà e sensibilità, non spengere la passione e riportare la nostra visione all’interno del gruppo di lavoro: questi i principali suggerimenti indicati dal personale del gruppo infermieristico.
Gli Infermieri Coordinatori e la Direzione Infermieristica si stanno adoperando per dare continuità all’evento, promuovendo e realizzando attività mirate a “Come Stiamo?” nei nostri servizi, e canalizzare quell’entusiasmo ed energia in qualcosa di concreto che aggiunga valore al progetto di salute che quotidianamente viene costruito con i pazienti e famiglia.
In linea con tale filosofia, l’equipe della Rianimazione dell’Ospedale Santo Stefano ha voluto e realizzato una nuova politica di accesso dei visitatori nel proprio reparto sul modello “Terapia Intensiva Aperta”, consentendo a familiari amici di poter stare con i loro cari in una fascia oraria ampia dalle ore 9.00 alle 21.00 consentendo un accesso ad orario continuato h12, regolando la presenza a due persone per paziente e possibilmente uno alla volta.
Un ospedale sempre più a misura di pazienti e familiari: la zona filtro di accesso al reparto è stata riallestita per creare un ambiente più accogliente, dove i visitatori possono sostare nell’attesa di entrare in reparto; sono stati inseriti arredi e quadri alle pareti, rese disponibili brochure e materiale informativo utile per chi vive l’esperienza di avere un proprio caro ricoverato in Rianimazione. E’ stata inoltre realizzata la “Bacheca dei Pensieri e Ricordi”, per offrire uno strumento immediato e semplice a coloro che desiderano esprimere il proprio vissuto in forma narrata.
“Gli studi di ricerca mostrano come le restrizioni temporali e spaziali degli accessi dei parenti che si recano in visita ai pazienti in Terapia Intensiva, sono prive di fondamento e che un modello di “Terapia Intensiva Aperta” assicura invece risultati migliori in termini di riduzione dell’ansia e stress di pazienti e familiari, di miglioramento delle relazioni della famiglia con l’equipe e della soddisfazione tra gli operatori.” – precisa Monica Chiti, direttrice della SOS Assistenza Infermieristica dell’Ospedale di Prato che conclude: “L’equipe della Rianimazione di Prato ha deciso di attuare questo cambiamento culturale, curandone ogni aspetto correlato (spazi, orari, accoglienza, informazione) e mettendo in atto tutti gli aspetti che generano benessere, considerandoli come ‘cura nella cura’.”
Un nuovo approccio che potrebbe essere applicato ad altre realtà e che si spera possa divenire l’inizio di una serie di progetti finalizzati a restituire valore ai percorsi, progetti ed esperienze necessari a fortificare il rapporto di fiducia tra i cittadini e le strutture ospedaliere/territoriali.