A meno di un mese dall’avvio del progetto sono stati presi in carico e gestiti a domicilio 32 pazienti
Scritto da Daniela Ponticelli,
A un mese dall’implementazione sul territorio pratese si raccolgono i primi dati relativi ai casi presi in carico dagli infermieri dell'A.I.U.T.I.
Dall’avvio del progetto sono stati gestiti a domicilio, per un arco temporale tra le 48/72 ore, 32 pazienti, con una media di 3-4 accessi a domicilio per un totale di circa 100 interventi di assistenza.
AIUTI è l’acronimo di Assistenza Infermieristica Urgente Territoriale Integrata e si pone come obiettivo il rafforzamento del livello di integrazione con i servizi e prioritariamente di offrire la risposta nel contesto in cui il bisogno si presenta al fine di avvicinare i professionisti al cittadino.
Attualmente sono presenti 3 infermieri AIUTI che si affiancano ai 70 Infermieri di Famiglia e Comunità presenti nell’Area Territoriale Pratese.
Gli infermieri AIUTI sono collocati presso il Presidio Territoriale Misericordia e Dolce e garantiscono la loro presenza dal lunedì al sabato con orario 7,30/19.30.
IL servizio non può essere richiesto direttamente dal cittadino. Il percorso per la presa in carico del cittadino è attivato dai Medici di Medicina Generale, dalla Continuità Assistenziale e dal 118 attraverso l’invio della richiesta di presa in carico all’Agenzia di Continuità Ospedale Territorio (ACOT), oppure dal Pronto Soccorso per i pazienti che hanno necessità di interventi assistenziali e terapeutici immediati ed erogabili a domicilio.
L’Infermiere AIUTI arricchisce la risposta ai bisogni dei cittadini fino ad oggi garantita dall’Infermiere di Famiglia e Comunità in quei casi nei quali sia richiesta una presa in carico in tempi rapidi; i percorsi, tra loro integrati, utilizzano il criterio della stratificazione del bisogno (urgente e presa in carico della cronicità) con il conseguente obiettivo di personalizzare l’intervento assistenziale.
Gli ambiti di intervento dell’Infermiere AIUTI sono i seguenti:
- Rispondere ai problemi urgenti derivanti da situazioni di “ricovero evitato” o in grado di evitare un ricorso inappropriato ai DEA; assorbire le attività “non pianificate” che interferiscono con le attività programmata dell’IFeC; ridurre tutte le attività che interferiscono con la pianificazione assistenziale; facilitare l’inserimento dei pazienti nei percorsi ordinari di cura e assistenza.