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La chirurgia pancreatica

Le tecniche chirurgiche

 

 

Chirurgia Open

Gli interventi di duodenocefalopancreatectomia e splenopancreatectomia totale vengono solitamente eseguiti con approccio “tradizionale” ovvero con accesso laparotomico. L’incisione chirurgica più comune è l’incisione “bisottocostale”, una incisione della parete addominale trasversale curva con convessità verso l’alto che segue il profilo dell’arcata costale, circa due dita sottostante ad essa. Come in tutti i casi di accesso laparotomico il rischio di formazione di ernia della parete addominale (laparocele) è presente ed è più alto nei pazienti obesi, diabetici, fumatori o già operati con incisioni laparotomiche.

Chirurgia Laparoscopica

Consiste nell’accedere alla cavità addominale attraverso piccole incisioni di 5-12mm dopo aver creato una camera di lavoro (pneumoperitoneo) grazie all’insufflazione di CO2 all’interno della cavità peritoneale. Il chirurgo si avvale di un’ottica laparoscopica per esplorare l’addome del paziente e di appositi strumenti per eseguire la procedura. I benefici della chirurgia mininvasiva sono ormai noti da anni e permettono di accorciare consistentemente la durata della degenza del paziente grazie alla riduzione del dolore post-operatorio, alla ripresa precoce della mobilizzazione, al ridotto rischio di complicanze respiratorie. Il rischio di laparocele è inoltre nettamente ridotto rispetto all’approccio “open”. La tecnica mininvasiva è indicata principalmente negli interventi di splenopancreatectomia distale, di pancreatectomia sinistra o di enucleazione di piccoli tumori neuroendocrini o GIST duodenali.