La metodologia adottata nell’ambito dei percorsi di promozione della Salute a scuola ha, negli anni, sempre più abbandonato interventi basati esclusivamente su un approccio informativo/trasmissivo dando sempre più spazio a metodologie interattive ed esperenziali, volte a promuovere l’empowerment dei gruppi e degli individui.
L’idea è stata quella di passare da un’ottica di “prevenzione del disagio” a quella di “promozione della salute”, nella consapevolezza, suffragata da studi scientifici, che ciò che si impara meglio è ciò che si apprende dall’esperienza e dal coinvolgimento della persona nel processo di apprendimento.
In tal senso è importante scegliere programmi e percorsi che mirano a far leva sui fattori protettivi che entrano in gioco nei contesti educativi e quindi nei processi di crescita di bambini e adolescenti, rendendoli sempre più protagonisti delle attività adottate, anche attraverso la peer education,per promuovere scelte salutari. Educare alla salute diventa educare le life skills che aiutano i ragazzi a fare scelte consapevoli rispetto ai comportamenti protettivi. Sviluppare capacità cognitive, emotive e relazionali consente all’individuo di far fronte alle difficoltà e alle scelte mettendo in gioco attitudini positive e adattive, sviluppare resilienza e mantenere un buon livello di benessere fisico e psicologico che riduce la probabilità di un coinvolgimento in situazione di rischio.
In questo senso è fondamentale il ruolo dell’insegnante che a scuola non può essere solo coordinatore o spettatore passivo delle azioni proposte da altri, ma primo attore delle azioni di promozione della salute e agente di cambiamento per il benessere proprio e della classe. A tale proposito è importante conoscere e iniziare ad adottare tutti quegli strumenti che anche in ambito disciplinare possono aiutare i ragazzi a sviluppare le proprie abilità e competenze relazionali e emotive.