Esistono diversi altri tipi di tumori del pancreas, ma l’adenocarcinoma è la neoplasia del pancreas più comune.
In Italia, secondo i dati dell’Associazione Italiana dei Registri Tumori (AIRTUM), nel 2020 si è registrata una crescita significativa dell’incidenza dell’adenocarcinoma del pancreas tra gli uomini, sebbene si manifesti senza grandi differenze in entrambi i sessi, in particolare nelle fasce di età ≥70 anni. ll carcinoma pancreatico è una delle neoplasie a prognosi più infausta, rappresentando la quarta causa di morte nel sesso femminile (7%) e la sesta nel sesso maschile (5%), con una sopravvivenza a 5 anni dell’8% e a 10 anni del 3%. Non sono ancora del tutto chiari i fattori di rischio che contribuiscono allo sviluppo del carcinoma pancreatico, ma esistono chiare evidenze che fumo di sigaretta, sovrappeso e obesità, ridotta attività fisica, alto consumo di grassi saturi e alimentazione povera di verdure e frutta fresca, storia di pancreatiti, cioè infiammazioni croniche del pancreas, in particolare le forme di pancreatite cronica ereditaria, diabete, storia familiare di tumore del pancreas e familiarità ne aumentino il rischio.
Nelle fasi iniziali, il carcinoma del pancreas è spesso asintomatico. Un sintomo precoce di neoplasia del pancreas è la comparsa improvvisa di diabete, specie in assenza di familiarità per questa malattia, mentre uno dei sintomi più comuni con cui si manifesta il tumore del pancreas è l’ittero, ossia il colorito giallo della cute e degli occhi, che compare quando la bilirubina, una sostanza normalmente prodotta dal fegato si accumula nel sangue; ciò accade perché il tumore determina una compressione delle vie biliari e determina un percorso inverso della bile che invece di riversarsi nell’intestino refluisce verso il fegato per poi filtrare nel circolo sanguigno. Solitamente l’ittero si associa a urine di colore scuro e feci di colore chiaro. Quando la massa tumorale pancreatica comprime o infiltra i nervi circostanti, compare dolore, in genere di tipo sordo, difficile da definire, spesso localizzato a sbarra ai quadranti addominali superiori e non di rado irradiato posteriormente alla schiena. Se invece il tumore pancreatico comprime o irrita lo stomaco, i sintomi possono essere nausea, mancanza di appetito, perdita di peso.
Esistono diversi altri tipi di tumori del pancreas, ma l’adenocarcinoma è la neoplasia del pancreas più comune.
In Italia, secondo i dati dell’Associazione Italiana dei Registri Tumori (AIRTUM), nel 2020 si è registrata una crescita significativa dell’incidenza dell’adenocarcinoma del pancreas tra gli uomini, sebbene si manifesti senza grandi differenze in entrambi i sessi, in particolare nelle fasce di età ≥70 anni. ll carcinoma pancreatico è una delle neoplasie a prognosi più infausta, rappresentando la quarta causa di morte nel sesso femminile (7%) e la sesta nel sesso maschile (5%), con una sopravvivenza a 5 anni dell’8% e a 10 anni del 3%. Non sono ancora del tutto chiari i fattori di rischio che contribuiscono allo sviluppo del carcinoma pancreatico, ma esistono chiare evidenze che fumo di sigaretta, sovrappeso e obesità, ridotta attività fisica, alto consumo di grassi saturi e alimentazione povera di verdure e frutta fresca, storia di pancreatiti, cioè infiammazioni croniche del pancreas, in particolare le forme di pancreatite cronica ereditaria, diabete, storia familiare di tumore del pancreas e familiarità ne aumentino il rischio.
Nelle fasi iniziali, il carcinoma del pancreas è spesso asintomatico. Un sintomo precoce di neoplasia del pancreas è la comparsa improvvisa di diabete, specie in assenza di familiarità per questa malattia, mentre uno dei sintomi più comuni con cui si manifesta il tumore del pancreas è l’ittero, ossia il colorito giallo della cute e degli occhi, che compare quando la bilirubina, una sostanza normalmente prodotta dal fegato si accumula nel sangue; ciò accade perché il tumore determina una compressione delle vie biliari e determina un percorso inverso della bile che invece di riversarsi nell’intestino refluisce verso il fegato per poi filtrare nel circolo sanguigno. Solitamente l’ittero si associa a urine di colore scuro e feci di colore chiaro. Quando la massa tumorale pancreatica comprime o infiltra i nervi circostanti, compare dolore, in genere di tipo sordo, difficile da definire, spesso localizzato a sbarra ai quadranti addominali superiori e non di rado irradiato posteriormente alla schiena. Se invece il tumore pancreatico comprime o irrita lo stomaco, i sintomi possono essere nausea, mancanza di appetito, perdita di peso.
T1: diametro massimo del tumore ≤2 cm
T2: diametro massimo del tumore >2 cm, ma ≤4 cm
T3: diametro massimo del tumore >4 cm
T4: il tumore coinvolge il tronco celiaco o l’arteria mesenterica superiore (tumore non resecabile)
Al momento della diagnosi viene stilata una Stadiazione Clinica del tumore avvalendosi degli esami radiologici e strumentali pre-operatori. Queste indagini possono infatti descrivere le caratteristiche morfologiche, le dimensioni ed i rapporti della neoplasia con gli organi e le strutture circostanti; si ottengono inoltre importanti informazioni sulla presenza di linfonodi sospetti o di metastasi a distanza. Questa stadiazione è quella che determina il percorso terapeutico del paziente. In caso di intervento chirurgico l’analisi isto-patologica del tumore, dei linfonodi e dei tessuti circostanti il tumore permette una stadiazione definitiva e fornisce le informazioni necessarie al prosieguo delle cure.
Il trattamento dell’adenocarcinoma del pancreas dipende dalla sua invasività locale, locoregionale o a distanza con diffusione a organi, nervi e vasi sanguigni adiacenti. La rapidità di diffusione e l’aggressività del carcinoma del pancreas ai tessuti vicini, insieme alla sua refrattarietà alla chemioterapia standard e alla sua tendenza a recidivare, ne fanno uno dei tumori più difficili e impegnativi da trattare. Le opzioni di trattamento più appropriate, tra cui chirurgia, chemioterapia, radioterapia e cure palliative, possono essere tutte necessarie e dipendono dalla sede e dall’estensione del tumore, dall’età del paziente, dal suo stato di salute generale e dalle sue preferenze.
Nei pazienti con ittero e bilirubina elevata si rende necessario eseguire delle procedure endoscopiche prima dell’intervento chirurgico, in particolare il posizionamento di uno stent nella via biliare principale (tramite ERCP, durante questa procedura è anche possibile eseguire prelievi bioptici della neoplasia per la diagnosi istologica) o il posizionamento di un drenaggio biliare interno-esterno (per via percutanea) così da ridurre la bilirubinemia prima di qualsiasi ulteriore trattamento.
La chirurgia di resezione pancreatica è l’opzione terapeutica più efficace nei casi in cui sia possibile asportare il tumore, cioè quando non ha dato metastasi a distanza (es. coinvolgimento di peritoneo, fegato o ai polmoni) o quando non sia esteso ai principali vasi sanguigni adiacenti (“resectable”).
Esistono alcuni casi in cui il tumore si presenta dal punto di vista radiologico in forma intermedia (“borderline-resectable” ovvero resecabile ma a stretto contatto con le strutture vascolari circostanti). In questi casi, secondo i recenti studi, la chemioterapia pre-intervento ha un ruolo fondamentale nel ridurre l’invasività locale del tumore permettendo così il successivo intervento chirurgico con intento radicale.
La chemioterapia è indicata in diverse fasi della malattia. Nelle forme non trattabili chirurgicamente, ma non metastatiche, la chemioterapia viene somministrata per ridurre le dimensioni del tumore con l’obiettivo di renderlo operabile. Dopo l’intervento, la chemioterapia, somministrata in alcuni casi in associazione alla radioterapia, ha l’obiettivo di ridurre il rischio di recidiva del tumore del pancreas, mentre nei tumori in fase avanzata e metastatica, ha lo scopo di rallentare l’evoluzione della malattia.